Mauro, ministro della difesa: “E’ evidente che la campagna elettorale in India si sta avvicinando in modo prepotente, ma il governo italiano mostrerà sui marò la necessaria inflessibilità“. Bravo ministro. Peccato che per colpe certo non sue, ma ora anche sue, oltre che dell’intero Governo, sia un po’ tardi per dimostrare la “necessaria inflessibilità” dopo che abbiamo ampiamente mostrato l’inutile flessibilità: ad esempio rispendendo i due militari in India per rispettare regole che gli indiani certo non stanno rispettando.

Giornali e autorità avevano giurato che non sarebbe stato l’antiterrorismo a occuparsi delle indagini sulla morte dei due pescatori indiani secondo le accuse uccisi per errore da Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. E chi ha presentato il primo rapporto alla corte di New Dehli che dovrà giudicare i nostri militari? La Nia, l’agenzia federale antiterrorismo.  tanto che i due uomini del San Marco  sono indagati per omicidio in base alla legge del 2002 per la Soppressione di Atti Illeciti contro la Sicurezza della Navigazione Marittima: una legge voluta dal governo indiano per reprimere gli atti di pirateria e che prevede anche la pena di morte. In questi termini: “se qualcuno causa la morte di un’altra persona sara’ punito con la morte”.  Insomma, i due marò, che – se lo  hanno fatto – hanno sparato nel timore di un assalto di pirati di fronte alla manovra anomala del peschereccio, rischiano la condanna per la stessa legge che sono andati a far rispettare su quella maledetta nave.

La reazione dell’Italia fu durissima, sempre improntata alla necessaria inflessibilità, quando arrivò per la prima volta dall’India la notizia che i marò rischiavano la forca: una telefonata di Monti al ministro degli Esteri indiano. Ora siamo daccapo, nel giro di poche ore i marines potrebbero trovarsi sul collo accuse che prevedono la  condanna a morte, come ha ben spiegato l’Hindustan Times .

Eppure, lo ha raccontato più volte Lorenzo Bianchi , le pallottole che hanno ucciso i pescatori non sono quelle in dotazione ai marines: ha sparato qualcun altro, ma gli indiani hanno  preferito mettere sotto accusa i marines italiani, probabilmente per esercitare pressioni su Roma su altri fronti: economici, militari, forse entrambi. Un ricatto che non doveva essere tollerato. Sì, con la “necessaria inflessibilità”