Benissimo, il governo, udite udite,  twitta imbufalito per la vicenda dei due marò.  Era ora, direbbe Renzi.  Sì , era ora, ma non si capisce se per amor patrio si stiano improvvisamente tirando fuori le famose palle d’acciaio che finora erano rimaste ben nascoste, o  se invece questa levata di scudi non serva piuttosto a fini interni, per dare una lucidata a un’immagine dell’esecutivo appannata da troppo immobilismo.

Sì,  perche’ quale sarebbe la novità che tanto ha fatto infuriare Letta e tutti i nostri ministri? Che l’India potrebbe applicare la legge antiterrorismo contro i nostri marò , Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, cosa che si sapeva da mesi e che finora non aveva fatto indignare nessuno in modo così deciso? Ci si preoccupava di una pena di morte che tutti davano per improbabilissima,  ma nessun monito è mai stato rivolto all’India perchè non tirasse troppo la corda sull’interpretazione di una legge già interpretata malissimo dall’inizio. Ora ci si accorge che se i marò non li ammazzano, potrebbero farsi 10 anni nelle galere del Kerala. E perchè? Per aver sparato in acqua contro un barchino di uomini armati che stava attaccando la Enrico Lexie,  visto che come hanno già ampiamente dimostrato le perizie e le testimonianze, i proiettili che hanno ucciso i due pescatori indiani non sono partiti dai loro mitragliatori Beretta.

Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio sequestro di due militari italiani da parte del governo indiano. Da due anni. E questa dovrebbe essere la nostra posizione, anche di fronte alla comunità internazionale, altro che tweet. Caro Onu, cara Nato, cara Ue, l’India ha sequestrato due militari della Nato impegnati in missione antipirateria accusandoli di terrorismo.  Che vogliamo fare?