La latitanza dalle scene negli ultimi anni da parte di Tiger Woods ha lasciato un grande vuoto nel golf mondiale. Gli appassionati, che fanno audience e gratificano gli sponsor, erano alla ricerca di nuovi idoli in grado di sostituire il Fenomeno.
Rory McIlroy, con due vittorie negli ultimi due major dello scorso anno e la leadership nel world ranking, è il maggior indiziato per sostituire il Fenomeno. L’angioletto nordirlandese ha però un grande difetto, non per noi abitanti del Vecchio Continente: non è americano. Il regalo per i golfisti a stelle e strisce è arrivato direttamente dal giardino dell’Augusta National. Il Masters, primo major del 2015, ha consacrato Jordan Spieth quale erede statunitense ufficiale. Il giovane texano, non ancora 22enne, ha dominato il torneo conquistando la seconda vittoria nelle ultime quattro gare (nelle altre due ha conquistato il secondo posto). Con il punteggio di -18 Spieth ha eguagliato il record di score più basso detenuto proprio da Tiger Woods (1997) stabilendo quelli del secondo e terzo giro. Tiger in compenso resta il più giovane vincitore del Masters.
Confrontando le due vittorie, quella del 97 di Tiger e l’ultima di Spieth, c’è un numero che racconta una grande differenza. È quello dei colpi di distanza dai secondi classificati. Quattro per Spieth su Mickelson e Rose, ben 12 quelli di Tiger su Tom Kite. Questo sottolinea come da un lato Tiger avrebbe creato una grande soggezione agli avversari ma, soprattutto, che il suo livello di gioco era nettamente superiore a quello del resto del field. Dopo la vittoria nel suo primo major, che fu una delle quattro in quella stagione, fece seguito un anno di assestamento prima del dominio assoluto. Dal 1999 Tiger vinse 58 tornei in 11 anni arrivando a quota 20 punti nel Golf World Ranking. I punti sono il vero elemento determinante della forza di un giocatore. Un leader a 11 punti è totalmente diverso da uno a 20. Il dominio di Tiger, tecnico e carismatico, ha cambiato il golf per sempre determinando un periodo dorato, per lui e per tutto il movimento.
Penso che ci si possa mettere l’anima in pace e smettere di cercare rincorrendo l’utopia del nuovo Tiger. Certamente la coppia McIlroy – Spieth ci regaleranno grande spettacolo e anni di sfide entusiasmanti. Mettiamoci comodi.