Chi gioca a golf, qualsiasi sia il livello di gioco, ed è incappato in un infortunio sa quanto possa essere debilitante. Non si tratta solo del dolore fisico che si avverte, bensì del condizionamento mentale che questo comporta. Il golf è uno sport per molti versi unico. Mentre nel tennis, calcio o altro sport più “dinamico”, l’infortunio si dimentica presto con lo svolgere dell’attività, nel golf no. Il nostro sport concede tutto il tempo di pensare e la mente molto spesso prende il sopravvento. E così una palla messa male può fare accendere la lampadina del “e se l’infortunio si ripresenta?”
Questo condizionamento dilata i tempi perché, oltre al periodo di stop, bisogna aggiungere quello della pratica per ritrovare il feeling e poi la fiducia.
Edoardo Molinari ha inziato ad avere problemi al polso quando la sua carriera era a livelli altissimi. Tornei vinti, partecipazione a Ryder Cup, vittoria nel campionato del mondo. Poi lo stop e la lunga convalescenza. Alcuni tifosi si sono chiesti se mai sarebbe potuto tornare ai livelli di prima. Alcuni ma non lui che, con il duro lavoro, ha sempre raggiunto gli obiettivi.
Primo passo: giocare il più possibile. Ha iniziato presto quest’anno prendendo parte a tutti i tornei.
Secondo passo:continuità di risultati. Dopo i primi 5 tornei con due tagli mancati sono iniziati ad arrivare anche i risultati con un solo weekend di “riposo forzato” negli 11 tornei sucessivi.
Terzo passo: il grande evento. Ha conquistato il secondo posto all’Irish Open e con esso il pass per il prossimo Open Championship. Inoltre è rientrato tra i top 60 d’Europa (è 34°) e la risalita continua.