Questa è la storia di due bambini che non avevano mai conosciuto il teatro. E di un terzo, il loro fratello maggiore, che invece lo aveva conosciuto eccome, ed è per questo che gli mancava. Che poi non è che non lo avessero conosciuto: ne sapevano un mucchio, in realtà. Ascoltavano i racconti di mamma e papà, dei nonni, della zia. Solo che poi, sul più bello, quando sarebbe potuto essere il tempo di vedere quelle storie dal vivo a teatro, i teatri sono stati chiusi come tutto il resto, ma a differenza di tutto il resto hanno fatto una gran fatica a riaprire.

Così questi di cui vi parlo, come molti altri bambini, di palchi, attori e magie per i primi tre anni di vita hanno potuto soltanto sentire parlare. E per fortuna vedere, ma in tv. C’era ad esempio un signore pelato, con gli occhi allegri e il sorriso furbo, che poiché di mestiere fa il teatro per bambini e il periodo di Natale, lavorativamente parlando, era proprio il suo must, a un certo punto si era messo in testa che quel filo con il suo piccolo pubblico non si poteva proprio spezzare.

Così come molti colleghi del teatro per i grandi, aveva prodotto e pubblicato gratuitamente una serie di piccoli video, ‘La conta di Natale‘: pochi minuti ogni sera per entrare in un mondo magico, in attesa che arrivassero i regali.

Ora, non so se ce lo ricorderemo in futuro il Natale 2021. Io spererei di sì, perché la Storia è importante. Dunque: eravamo tutti chiusi in casa, come eravamo stati già a Pasqua. Solo che a Pasqua si capiva che era una cosa provvisoria, straordinaria, quasi epica. E a Natale invece sembrò un incubo. Noi genitori facevamo i salti mortali per far credere che in fondo fosse tutto ok, ma le lucine dell’albero non ci tiravano molto su, le videochiamate con i nonni e gli amici avevano stancato, e ogni sforzo per cercare nuovi stimoli spesso risultava vano.

Unico rito atteso, quella conta di Natale, con quel signore, “Il signore delle storie” lo chiamavamo noi, che ogni sera prima di nanna appariva sullo schermo per mostrarci mondi di animali strani, regali buffi e storie bislacche per dare a grandi e piccini il senso di una magia che altrimenti avremmo perduto.

Sembrava non dovessero aprire più, i teatri. Li abbiamo attesi, e figurarsi chi ci lavora dentro. Per questo, una volta tornati in platea, era a dir poco doveroso ripartire dal Signore delle Storie. Che nella vita vera si chiama Claudio Milani ed è stato piccino anche lui, si percepisce subito, e da suo padre ha preso l’arte del costruire macchinari magici e straordinari.

Molti di questi li troviamo in scena in ‘Cuore‘, il suo nuovo spettacolo, finalmente dal vivo. Cuore ha esordito in un teatro bellissimo, che si chiama ‘Laura Betti’ e sta a Casalecchio di Reno, ed è guidato da una signora che si chiama Cira Santoro ed è stata piccina anche lei, si percepisce subito, e infatti è molto attenta ogni anno a tenere un po’ del suo spazio per dedicarlo ai bambini e a spettacoli come ‘Cuore’.

Che poi, ‘Cuore’ – prima nazionale al Betti gli scorsi 24 e 25 ottobre – a ben guardare è un titolo bellissimo per ritornare a teatro. Così pieno di avventura, macchine straordinarie, palloncini magici che danzano in aria, rocce che si aprono in cento occhi giganteschi (e si muovono davvero!), orchi che mangiano i cuori e Nina, una bella bambina, incredibilmente impersonata da Claudio Milani (e gli viene bene!), che entra ed esce da un bosco magico che dovrebbe far paura e invece diverte fino alle lacrime.

Noi ce ne stavamo in platea, a seguire le avventure di Nina e di quel signore che finalmente è uscito dallo schermo, e ad ogni “oooohh” dei bambini in sala era impossibile non pensare alla fortuna che avevamo ad essere lì, e a che pericolo abbiamo scampato noi e soprattutto i bambini più piccoli. C’è tutta una generazione infatti, quella dei miei figli, che per quasi due anni ha rischiato di credere che il teatro fosse lo schermo di un tablet. Poi il maleficio si è rotto. Bastava non smettere di crederci.