Molto più facile provare a dire cosa non sia ‘Non fa paura’, il disco+concerto della Bandabardò & Cisco, passato ieri anche dalle parti di Bologna, al Botanique. 1) Non è un’accoppiata posticcia, di quelle che durano giusto il tempo di una foto ad uso stampa. 2) Non è un featuring discografico, dio ce ne preservi. 3) Non è un’unione di cocci col vinavil, ed è di questo in primo luogo che ringrazieremo per sempre i protagonisti. I fatti sono noti: la Banda ha perso da un anno il suo cantante, motore e profeta, Erriquez. Cisco invece la sua storica banda, i Modena City Ramblers, l’ha lasciata da tempo, e poi ognuno ha seguito la propria strada. Ora una premessa: il pubblico di entrambi, che è la stessa gente, saprebbe riconoscere il timbro di Cisco anche se declamasse la lista della spesa, e il ritmo di Finaz, Ramon, Donbachi, Nuto, Orla e Pacio pure se suonassero la sigla dei Gormiti (bella idea, pensiamoci).

Da questi  ingredienti si è partiti per realizzare qualcosa, e per fortuna (4) non si è trattato di un frullato – che pure poteva essere – di canzoni del repertorio di entrambi, mescolate insieme in una specie di Pavarotti&Friends. Qui l’amalgama è più complesso, così banalizzato in parole facili: c’è l’anima della Banda nei brani di Cisco, e quella di Cisco in quelli della Banda. Questo spiega le girandole di energia e di poesia reciproche che si sono attorcigliate per tutta la serata, fino a rendersi indistinguibili l’una dall’altra. Infine ci sono dei brani inediti, sorprese preziose e inattese, in cui nessuno pare perseguire il proprio obiettivo trascinando l’altro, ma insieme, i due, percorrono una strada nuova in cui pure rimangono perfettamente distinguibili gli ingredienti d’origine.

Dunque l’aritmetica perde, e salta l’assioma tale per cui, dati una banda senza voce e una voce senza banda, se li unisci avrai un gruppo musicale completo. Così direbbero i sussidiari, e invece 6+1 non torna a far 7 ma dieci, cento oppure millecento. Dove mille ce li mette un pubblico da sempre in comune ai due artisti, che canta a memoria ‘Beppeanna’ e ‘In un giorno di pioggia’, ‘I cento passi’ e ‘Vento in faccia’ e non saprebbe rispondere alla domanda sul ‘sono qui per chi’.

E poi l’unione ha fatto gemmare cose nuove, si diceva.  Brani di straordinaria energia come ‘Gilles’, ‘In Patagonia’, ‘Sono un eroe’ o il rifacimento di ‘Una gita sul Po’. Così è subito festa, in perfetto stile Cisco e Bandabardò, ed è un ritorno alla vita, dopo tanti dolori (da sentire, a questo proposito ‘Baci e abbracci’). Tra i dolori, uno fra tutti era dunque l’addio di Enrico Greppi. Però poi, partita la prima nota, si è capito il giochetto: il suo viaggio era finto, farlocco, il solito scherzo. Perché Erriquez è nel disco e anche dal vivo, nella polvere del pavimento, impossibile non notarlo. Pulviscolo di gioia ed energia, si è alzato spesso in volo e sempre si alzerà, tutte le volte che tra il pubblico si muoverà un piedino per ballare una canzone della Banda. Oppure di Cisco. Tra quei due mondi, le nostre playlist migliori non hanno mai fatto molta differenza.