Martedì 16 Aprile 2024

Tumori, scoperto meccanismo che causa la metastasi al cervello

La novità arriva dalla Neuro-oncologia dell'ospedale Molinette di Torino e dai ricercatori del Cnr di Madrid

Immagini del cervello (Ansa)

Immagini del cervello (Ansa)

Torino, 5 luglio 2018 - Importante scoperta della Neuro-oncologia dell'ospedale Molinette di Torino e i ricercatori del Cnr di Madrid: la crescita delle metastasi nel cervello provenienti da tumori del polmone e della mammella è facilitata dalla presenza di un fattore molecolare, non tanto sulle cellule tumorali stesse, ma su cellule del cervello sano, che erano considerate una barriera difensiva. Lo hanno scoperto la Neuro-oncologia dell'ospedale Molinette di Torino e i ricercatori del Cnr di Madrid. Un articolo sulla rivista Nature Medicine spiega che la importante novità può contribuire a migliorare la terapia farmacologica, ancora insoddisfacente.

La scoperta del meccanismo molecolare che provoca la crescita delle metastasi nel cervello provenienti da tumori del polmone e della mammella è del Gruppo di ricerca Neuro-Oncologico del Dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Riccardo Soffietti. 

Il Gruppo del professor Soffietti è da anni riconosciuto a livello nazionale ed internazionale quale Centro di eccellenza per le Neoplasie cerebrali. La novità in campo di metastasi è nata in collaborazione con i ricercatori di base del CNR (CNIO) di Madrid. 

Ma perché è così importante? Le metastasi cerebrali rappresentano una complicanza sempre più frequente di tumori solidi, quali quelli del polmone e della mammella. Purtroppo nel caso delle metastasi al cervello, chirurgia e radioterapia a parte, la terapia farmacologica resta limitata ed insoddisfacente. Il meccanismo molecolare scoperto, critico per la crescita nel cervello di metastasi provenienti da tumori del polmone e della mammella, potrà rappresentare in futuro un bersaglio terapeutico. 

Lo studio si è concentrato su circa 100 campioni di metastasi cerebrali provenienti da interventi neurochirurgici e si è visto che i pazienti con espressione di STAT3 sugli astrociti reattivi hanno una sopravvivenza molto più breve. Ora la prossima tappa sarà quella di verificare in studi clinici la possibilità di bloccarla.