Psoriasi, come combatterla. Sole, mare e terme aiutano la pelle

Cause e terapie dell’infiammazione

Psoriasi (iStock)

Psoriasi (iStock)

Roma, 30 luglio 2018 - Nel medioevo era detta il ‘morbus fortiorum’, la malattia dei forti, perché le condizioni generali di chi ne soffre solitamente restano buone. La psoriasi, patologia della pelle non contagiosa, si manifesta con la comparsa di chiazze arrossate e squamose. Facciamo il punto con la dottoressa Stefania Farina, dermatologa e ricercatrice al centro studi delle terme di Comano, un’eccellenza a livello europeo.

Dottoressa, di che tipo di disturbo si tratta?

«La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della cute piuttosto frequente, perché interessa il 3 per cento della popolazione. Ha un andamento cronico - recidivante: dal momento in cui fa la sua comparsa tende a ripresentarsi ciclicamente nel tempo. A fasi di riacutizzazione seguono fasi di remissione».

Chi colpisce?

«Uomini e donne in uguale misura e può manifestarsi a qualunque età della vita, infanzia compresa».

Da che cosa è causata?

«Ogni paziente ha la sua storia. La psoriasi è una patologia multifattoriale, che implica una reazione anomala del sistema immunitario. Le cause scatenanti possono essere traumi locali, infezioni, l’utilizzo di alcuni farmaci ed eventi stressanti».

C’è una componente genetica?

«Sì. I figli di un genitore che soffre di psoriasi hanno un rischio pari al 10 per cento di avere lo stesso problema in futuro. La percentuale arriva al 50 per cento se entrambi i genitori sono colpiti dalla malattia».

Dove si localizzano le lesioni?

«Le tipiche placche rosse, ricoperte da squame biancastre, compaiono su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto. Queste sono le sedi classiche, ma la psoriasi contempla varianti più severe. Nella forma pustolosa le lesioni si localizzano anche sul palmo plantare. La forma guttata è caratterizzata invece da piccole chiazze diffuse su tutto il corpo. Colpisce di solito i più giovani dopo infezioni batteriche da streptococco, come le tonsilliti e i granulomi dentari».

Quali sono le terapie più comuni?

«Nel 70 per cento dei casi la malattia si manifesta in forma lieve, quindi sono sufficienti le creme da utilizzare in loco e la fototerapia. Nelle forme più gravi si ricorre invece a farmaci sistemici, immunosoppressori e biologici, da assumere per via interna. A differenza diquanto si riteneva in passato, si è visto che la psoriasi si associa a sindrome metabolica a rischio cardiovascolare; per questo è importante correggere lo stile di vita».

Nella cura della psoriasi vengono utilizzati anche i raggi ultravioletti?

«La fototerapia è praticata negli ospedali, in regime di day hospital. Il paziente viene sottoposto a un ciclo di radiazioni Uvb-nb a banda stretta la cui intensità varia a seconda del tipo di pelle. Una pelle più scura, più resistente all’azione dei raggi solari potrà sopportare un periodo di esposizione maggiore e radiazioni più intense rispetto a una cute più chiara».

Raggi solari e acqua di mare sono validi alleati nelle lotta alla psoriasi?

«I raggi ultravioletti attenuano l’eccessiva proliferazione delle cellule e l’acqua di mare, sfruttata anche nei centri talassoterapici, è indicata per alleviare i sintomi della malattia». L’acqua termale procura giovamento? «Le acque bicarbonato-calcio-magnesiache hanno proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti, inibiscono cioè le molecole della pelle che scatenano la patologia. È dimostrato da studi in vitro con cellule di pazienti affetti da psoriasi. La terapia funziona con almeno 12 bagni una volta all’anno, soprattutto se abbinati alla fototerapia».