Venerdì 19 Aprile 2024

Torna a camminare dopo la paralisi. Prima volta in Usa

Un risultato eccezionale ottenuto con stimolazione elettrica del midollo spinale e una terapia riabilitativa specifica

Un diversamente abile

Un diversamente abile

New York, 24 settembre 2018  - Per la prima volta un paziente con paralisi completa degli arti inferiori è stato in grado di tornare a camminare in modo indipendente. L'eccezionale risultato è stato ottenuto negli Stati Uniti grazie alla combinazione di una stimolazione elettrica del midollo spinale e una terapia riabilitativa specifica. La notizia è apparsa oggi  su 'Nature Medicine'. 

L'incredibile risultato è firmato da Kristin Zhao e Kendall Lee, della Mayo Clinic di Rochester. Fino ad oggi era un dato di fatto che una grave lesione del midollo spinale può disconnettere i centri cerebrali superiori che guidano il movimento dal circuito del midollo spinale, situato al di sotto della lesione, provocando così la paralisi, quasi sempre irreversibile. 

Visto che era già stato dimostrato che la stimolazione elettrica del midollo spinale aveva un potenziale terapeutico nell'uomo, facilitando le contrazioni muscolari volontarie e consentendo anche ai pazienti di stare in piedi, Kristin Zhao e Kendall Lee sono riusciti a giungere al primo caso di recupero della 'camminata' in un paziente con paralisi completa degli arti inferiori a seguito di una lesione del midollo spinale.

Un successo arrivato dopo uno studio di 43 settimane, in cui al soggetto è stato impiantato un dispositivo di stimolazione spinale elettrica, ed è stato sottoposto ad addestramento di riabilitazione multimodale specifico. Il risultato è stato che il paziente, alla fine del periodo di studio, è stato in grado di produrre una contrazione intenzionale dei muscoli delle gambe tale da supportare non solo la posizione eretta, ma anche il passo.

Attivando lo stimolatore il paziente è riuscito a fare un passo, con entrambe le gambe, usando un deambulatore a ruote anteriori su un tapis roulant: è il primo caso di riattivazione riuscita di circuiti cronici dormienti del midollo spinale, tale da supportare la locomozione, spiega l'articolo su 'Nature Medicine'. Anche se non ha potuto fare a meno dell'assistenza del trainer per mantenere l'equilibrio mentre camminava sul terreno con un deambulatore. 

Un primo passo, infatti secondo gli autori sono necessarie ulteriori ricerche per studiare in che modo l'allenamento riabilitativo interagisce con la stimolazione elettrica per riuscire a recuperare le funzioni motorie perse, e capire se è la strada giusta anche per pazienti con diversi tipi di lesione.

TETRAPLEGICO MUOVE BRACCIA GRAZIE A INTELLIGENZA ARTIFICIALE - Sempre negli Stati Uniti, e sempre in un articolo pubblicato sulla rivista 'Nature Medicine', dai ricercatori coordinati da Michael Schwemmer, del Battelle Memorial Institute, si scopre un altro eccezionale risultato per la medicina: grazie all'intelligenza artificiale una persona tetraplegica, cioè con braccia e gambe paralizzate, è riuscita a muovere l'avambraccio e la mano. Per fare ciò è stato instaurato un collegamento diretto fra il cervello e i nervi sani. Una finestra sul futuro che porta inevitabilmente a diverse interfacce uomo-macchina. 

L'esperimento si è svolto in due fasi. Nella prima i ricercatori hanno registrato per due anni l'attività cerebrale di un uomo di 27 anni con gambe e braccia paralizzate a causa di una lesione del midollo spinale, in seguito a un incidente. La sua attività cerebrale è stata registrata grazie a una matrice di 96 microelettrodi impiantata nella corteccia motoria, che controlla il movimento degli arti, e mentre il paziente immaginava di muovere il braccio e la mano. 

Nella seconda fase, dopo avere analizzato i dati con un algoritmo di intelligenza artificiale i ricercatori hanno sviluppato un dispositivo che, in tempo reale e sempre grazie all'intelligenza artificiale, ha decodificato l'attività cerebrale e ha inviato gli impulsi elettrici al braccio.

Con questa tecnica è stato ripristinato il movimento dell'avambraccio e il paziente ha potuto aprire e chiudere la mano, riuscendo persino ad afferrare degli oggetti. Ciosa è successo? Il sistema non ha semplicemente bypassato la lesione al midollo spinale, come fanno altri sistemi, ma ha instaurato un collegamento diretto fra il cervello e i nervi sani.