Mercoledì 24 Aprile 2024

Mangiare davanti allo specchio fa sembrare il cibo più buono

Secondo uno studio giapponese lo specchio rende le pietanze più gustose, perché regala l'illusione di un pasto in compagnia

(Foto: LuisPortugal/iStock)

(Foto: LuisPortugal/iStock)

Uno studio dell'Università di Nagoya (Giappone) rivela che mangiare di fronte a uno specchio rende più piacevole l'esperienza per il palato. Il lavoro pubblicato su Physiology & Behavior non è così bizzarro come sembra: si inserisce infatti in quel filone di ricerche dedicato ai risvolti psicologici dell'alimentazione, e in particolare alle differenze tra cibare da soli o in compagnia. SPECCHIO RIFLESSO Lo studio ha coinvolto 16 individui tra i 65 e i 74 anni, i quali sono stati invitati a rimpinzarsi di caramelle o pop-corn salati per un lasso di tempo di 90 secondi. I volontari hanno ripetuto l'esperienza in tre diverse situazioni: da soli, davanti a uno specchio e di fronte a un video in cui potevano osservare se stessi nell'atto di mangiare. IL CIBO È PIÙ BUONO! Al termine delle tre prove, i partecipanti sono stati interrogati sul loro tasso di gradimento del cibo. È così emerso che mangiare davanti allo specchio ha migliorato la "bontà" del popcorn del 21% e la "dolcezza" delle caramelle del 25 per cento, mentre la qualità globale è cresciuta del 12%. AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA Secondo gli autori dello studio, mangiare davanti a uno specchio "inganna" il cervello, facendogli credere di avere compagnia a tavola. In questo modo entra in gioco la cosiddetta "facilitazione sociale", che rende il pasto più soddisfacente in presenza di altre persone. L'autore principale, Ryuzaburo Nakata, ha dichiarato che il suo team voleva capire quali fossero i requisiti minimi della facilitazione, ossia se fosse necessaria "la presenza fisica di un'altra persona" oppure bastasse "un'informazione in grado di suggerire la presenza altrui". UN AIUTO PER LA TERZA ETÀ Studi precedenti avevano già dimostrato che in età adulta il piacere indotto dal cibo è legato alla qualità della vita, e che mangiare senza un commensale può portare a depressione e perdita di appetito. Approfondire nel dettaglio queste meccaniche psicologiche, dicono i ricercatori, è utile soprattutto per aiutare le persone più anziane, che sono maggiormente esposte al rischio di consumare un pasto in solitudine.