Il bagno dopo mangiato: tra scienza e miti, ecco cosa è meglio fare

È vero che bisogna aspettare tre ore per fare il bagno dopo mangiato? La scienza lo nega, ma in ogni caso l’importante è mangiare leggero e avere una giusta dose di prudenza

Foto: Imgorthand/iStock

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Roma, 14 agosto 2017 - Uno dei grattacapi dell’estate riguarda senza dubbio il tempo che bisogna aspettare per fare il bagno dopo mangiato. Attorno al tema ci sono leggende popolari, credenze e opinioni contrastanti, con le classiche due o tre ore di attesa che rappresentano l’incubo di ogni bambino che freme dalla voglia di tuffarsi in mare. I dati e la scienza, però, ci dicono che basta semplicemente consumare un pranzo leggero e avere un minimo di buon senso. Una sola e unica verità, come nella maggior parte delle cose, non esiste, ma andiamo a fare un po’ di chiarezza. LA CONGESTIONE: CHE COS’È? Si tratta del blocco della digestione dovuto a un improvviso sbalzo termico tra la temperatura del corpo e quella dell’ambiente esterno. Può avvenire a causa dell’acqua del mare/piscina, ma anche quando ci esponiamo all’aria condizionata o beviamo una bevanda particolarmente fredda. Tali situazioni, mentre digeriamo (il sangue è quindi concentrato nello stomaco), provocano una sorta di reazione difensiva dell’organismo. Il risultato è uno squilibrio circolatorio che interrompe il processo di trasformazione del cibo in sostanze più assorbibili. Le conseguenze possono essere di vario tipo: crampi addominali, vomito, problemi intestinali e svenimento (nei casi estremi). LA SCIENZA CI TRANQUILLIZZA È proprio la perdita di coscienza che ci spaventa, perché se dovesse verificarsi durante una nuotata al largo potrebbe provocare l’annegamento. La cronaca e i dati, però, mostrano che questi casi sono molto rari e che riguardano principalmente i bambini e gli anziani. All’interno di un documento ufficiale di un paio di mesi fa, inoltre, la World Health Organization non ha inserito il bagno subito dopo mangiato tra i motivi che portano all’annegamento. Lo stesso discorso vale per l’Istituto Superiore di Sanità e l’International Life Saving Federation, anche se la lista di autorevoli centri di ricerca che smentiscono la pericolosità della questione potrebbe andare avanti. DIPENDE DA COSA MANGIAMO La scienza, quindi, ci dice che il pericolo di annegamento da congestione è estremamente basso, ma anche di non prenderla troppo alla leggera: tutto dipende da ciò che ingeriamo durante i pasti. Se mangiamo una bistecca di manzo o di maiale, formaggi stagionati o cibo fritto, allora la regola delle due o tre ore che ci davano le nostre mamme andrebbe rispettata, dato che si sta parlando di alimenti molto lenti da digerire. Se invece scegliamo frutta, verdura e carboidrati, il consiglio è quello di aspettare un’oretta, più che altro per evitare di rovinarsi il pomeriggio in spiaggia a causa di un mal di pancia. È ovvio, però, che la questione è soggettiva: ognuno di noi ha tempi di digestione diversi. BASTA UN PO’ DI PRUDENZA Quindi, cosa bisognerebbe fare per stare tranquilli? Mangiare leggero, evitare di bere bibite ghiacciate subito prima del bagno e attendere un’oretta per immergersi a lungo. Se proprio non si resiste alla tentazione di tuffarsi anche dieci minuti dopo aver mangiato, sarebbe meglio aspettare un po’ prima di andare a nuotare in acque profonde. Se avete dei bambini, invece, è opportuno agire con una maggiore cautela e controllarli con un occhio di riguardo in più mentre si godono la loro prima sguazzata post-pranzo. Leggi anche: - La dieta mediterranea? Un lusso per ricchi - Chi dorme poco può diventare obeso o sovrappeso - Coppa del mondo di tiramisù, come partecipare