Martedì 23 Aprile 2024

Vini dalla Romania, l'ancora di salvezza per i bevitori?

Mentre cala il numero di bottiglie prodotte a livello mondiale, la più importante casa vinicola rumena investe sulla qualità e punta ad affermarsi

Foto: fcafotodigital/Stock

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Se tutto va bene, il 2018 potrebbe essere ricordato come l'anno più importante nella storia dei vini di Romania. I fattori che remano a favore di questo esito sono essenzialmente due: un mercato globale a corto di bottiglie e la presenza di operatori rumeni intenzionati a puntare sulla qualità. I VINI DI ROMANIA Noi italiani, abituati benissimo dalla produzione vinicola locale, spesso guardiamo con sufficienza alle bottiglie provenienti dal resto del globo, persino se arrivano dalla Francia, patria di autentiche eccellenze. Nel corso degli anni abbiamo imparato a concedere una possibilità ai prodotti sudafricani, californiani e australiani, ma la Romania è rimasta decisamente fuori dai radar. Non sorprende, considerata la nomea, frequentemente giustificata, di cui godono i suoi vini: tanto economici quanto scialbi. Le cose stanno però cambiando. I NUOVI VITICOLTORI RUMENI Capofila della rivoluzione è Cramele Recas, la più importante casa vinicola di Romania, che nel corso del 2017 ha puntato decisamente verso la qualità assumendo esperti enologi e investendo 5,7 milioni di euro per riorganizzare coltivazioni e metodi di lavorazione. Nel corso di ProWein International Trade, importante fiera di settore che si terrà a Dusseldorf dal 18 al 20 marzo 2018, Cramele Recas presenterà ufficialmente una nuova linea di bottiglie, espressamente pensate per fare concorrenza ai “cugini” europei, in primis quelli italiani e francesi. IL MERCATO GLOBALE A CORTO DI BOTTIGLIE La mossa di Cramele Recas è avvantaggiata dalla complessa situazione creatasi a causa dei cambiamenti climatici in atto: secondo la OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), il 2018 segnerà uno storico picco negativo all'interno della produzione globale vinicola: ci si attende il risultato peggiore da oltre cinquant'anni, con Italia, Francia e Spagna colpite in maniera particolarmente dura. Insomma: mentre la domanda resta stabile, il numero di bottiglie cala e questo favorisce le nazioni emergenti come la Romania. Resta da capire se gli sforzi di Cramele Recas pagheranno, ma sono comunque un segnale significativo di come sta cambiando il mondo del vino. Leggi anche: - Tequila, quali sono le migliori da bere? - The Dead Rabbit, l'irish whiskey alla conquista del mondo - Yamazaki 50, il whisky giapponese che costa come una casa