Venerdì 19 Aprile 2024

Antidiabetico amico del cuore

La Commissione Europea riconosce il doppio beneficio di empagliflozin: riduzione del rischio cardiovascolare in aggiunta ai dati sul controllo della glicemia. Frutto della ricerca congiunta Boehringer - Eli Lilly

Foto di repertorio dal sito boehringer-ingelheim.it

Foto di repertorio dal sito boehringer-ingelheim.it

Roma, 6 febbraio 2017 – Parliamo di cuore e diabete in quanto la Commissione Europea ha annunciato di aver approvato l’impiego di un trattamento per il controllo della glicemia che risulta parimenti valido nella riduzione degli incidenti cardiovascolari. Malattia cardiovascolare è un termine che comprende infarto, ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e arteriopatia periferica.

La novità riguarda Empagliflozin, primo farmaco per il diabete di tipo 2 nella UE autorizzato a indicare i benefici su cuore e arterie nella scheda tecnica. I dati inseriti riguardano lo studio EMPA-REG OUTCOME, dati accolti con favore anche all'ultimo congresso dell’American Heart Association, laddove l'antidiabetico ha dimostrato di ridurre il rischio di mortalità per eventi cardiovascolari del 38% rispetto a placebo in soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, in aggiunta a terapia standard.

I diabetici hanno un rischio di sviluppare inconvenienti a carico di cuore e arterie moltiplicato per quattro. L'indicazione riguardante Empagliflozin si riferisce al trattamento degli adulti con diabete mellito di tipo 2 non sufficientemente controllato, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico. Il farmaco è commercializzato da Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company. L’alleanza tra i due colossi dell'industria farmaceutica mette in sinergia i rispettivi punti di forza. Empagliflozin impedisce il riassorbimento renale del glucosio, con conseguente eliminazione nelle urine, e agisce indipendentemente dalla funzionalità delle cellule beta del pancreas e dall'azione dell'insulina (non va assunto da pazienti con diabete di tipo 1, né come terapia della chetoacidosi).

Sono più di 415 milioni i diabetici nel mondo e le stime indicano che 193 milioni di questi hanno una malattia non diagnosticata. Si prevede che entro il 2040 il numero di diabetici nel mondo crescerà fino a 642 milioni di persone. La forma più diffusa di diabete mellito è il tipo 2, una malattia cronica che insorge quando l’organismo non è più in grado di produrre o utilizzare adeguatamente l’ormone insulina. Gli elevati livelli di glicemia, l’ipertensione e l’obesità, associate al diabete, aumentano il rischio di sviluppare la malattia cardiovascolare.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale