Venerdì 19 Aprile 2024

Quando il raffreddore nei bambini diventa cronico

Il punto con Francesco Macrì, pediatra, già docente alla Sapienza e vicepresidente della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata

Una bambina con il raffreddore (foto iStock)

Una bambina con il raffreddore (foto iStock)

Raffreddori, laringiti, faringiti, otiti, bronchiti e broncopolmoniti. Le infezioni respiratorie recidivanti (IRR) sono una delle problematiche più frequenti in età pediatrica, in particolare fino ai 5-6 anni. Facciamo il punto con Francesco Macrì, pediatra, già docente alla Sapienza e vicepresidente della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata.

Quando si può dire che un bambino è affetto da IRR?

Per definizione quando presenta sei o più episodi acuti delle alte vie respiratorie o tre o più episodi acuti delle basse vie respiratorie in un anno, in assenza di patologie specifiche che le favoriscono, come deficit immunitari.

Con qualche distinzione?

Vanno distinte le ricadute, cioè le riprese di un'infezione non risolta completamente e le recidive, infezioni simili alle precedenti ma con cause scatenanti diverse.

Qual è l'entità del fenomeno?

Purtroppo sì: il 25% dei bambini di età inferiore a un anno e il 18% dei bimbi di età compresa tra 1 e 4 anni soffrono di infezioni respiratorie recidivanti. Le IRR rappresentano inoltre la causa di un terzo delle assenze da scuola dei piccoli e un terzo dei motivi di consultazione pediatrica ambulatoriale.

Ci sono bambini più predisposti di altri?

I nati prematuri, i bimbi allattati artificialmente, l'esposizione al fumo durante la gravidanza e dopo la nascita. Anche la scarsa pulizia degli impianti di ventilazione e aria condizionata predispone alla comparsa delle infezioni recidivanti.

Quali sono le cause?

Nell'80 per cento dei casi le infezioni respiratorie ricorrenti sono di natura virale, mentre solo un 20 per cento sarebbe dovuto a batteri.

Le terapie?

La causa virale rende in generale inopportuno il ricorso agli antibiotici da riservare soltanto ai rari casi di infezione di origine batterica, definita, oltre dall'esame clinico, da test di laboratorio come ad esempio il tampone faringeo. Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo incremento dell'utilizzo delle cosiddette medicine complementari, soprattutto in età pediatrica, omeopatia in testa.

Quali sono i rimedi omeopatici più utilizzati?

Non si può generalizzare. Vanno prescritti dallo specialista in base al sintomo analizzato in tutte le sue manifestazione. Per esempio, in presenza di febbre, il  farmaco cambia a seconda che sia presente sudorazione, dolori muscolari o se il paziente ha voglia di bere o meno. L'omeopatia è una medicina individualizzata che si basa non solo sulla valutazione della malattia e dei suoi sintomi, ma anche sulle modalità reattive dei pazienti e sui suoi aspetti costituzionali e comportamentali.