Sindrome dell'ovaio policistico: siamo vicini a comprenderne le cause

Seconda una ricerca la PCOS potrebbe essere dovuta a uno squilibrio ormonale precedente alla nascita. Una nuova terapia si avvia alla sperimentazione

La sindrome dell'ovaio policistico colpisce 1 donna su 5 - Foto: Shidlovski/iStock

La sindrome dell'ovaio policistico colpisce 1 donna su 5 - Foto: Shidlovski/iStock

La sindrome dell'ovaio policistico, o PCOS, colpisce una donna su cinque in tutto il mondo. Mestruazioni irregolari o mancata ovulazione, difficoltà a rimanere incinta, pelle grassa e acne: sono solo alcuni dei sintomi dovuti a questo disturbo così diffuso, che mina il funzionamento delle ovaie delle donne. Le sue cause finora sono rimaste oscure, ma finalmente i ricercatori sono stati in grado di curarla nei topi ed entro fine anno la sperimentazione inizierà anche sulle donne, come riportato dal New Scientist. LA RICERCA SULL'OVAIO POLICISTICO Paolo Giacobini e i suoi colleghi dell'Istituto nazionale francese di salute e ricerca medica hanno scoperto che la sindrome può essere scatenata prima della nascita da un eccesso di esposizione nell'utero a un ormone chiamato anti-mülleriano. Le donne in gravidanza con PCOS hanno il 30 per cento in più di ormone anti-mülleriano rispetto alla media: gli studiosi si sono chiesti se questo squilibrio ormonale potesse indurre la stessa condizione nelle figlie. Per testare questa idea, hanno iniettato l'eccesso di ormone in topi gravidi. Crescendo, la loro progenie femminile mostrava molti dei segni distintivi della sindrome dell'ovaio policistico, tra cui l'ovulazione rara, i ritardi nella gravidanza e la diminuzione della prole. PRESTO LA SPERIMENTAZIONE SULLE DONNE Un farmaco per la fecondazione in vitro somministrato di routine per controllare gli ormoni femminili è stato somministrato su modelli animali. Visti i risultati il team sta pianificando una sperimentazione clinica in un gruppo di donne che soffrono di ovaio policistico. Giacobini spera che questi trial possano iniziare prima della fine del 2018: "Potrebbe essere una strategia efficace per ripristinare l'ovulazione e infine aumentare il tasso di gravidanza in queste donne", ha spiegato il ricercatore. Se la sindrome è effettivamente passata dalle madri alle figlie attraverso gli ormoni nell'utero, inoltre, questo potrebbe spiegare perché sia stato così difficile individuare qualsiasi causa genetica del disturbo. I risultati possono anche chiarire perché le donne con la sindrome sembrano rimanere più facilmente in stato interessante tra i 30 e i 40 anni. I livelli di ormone anti-mülleriano infatti diminuiscono con l'età in tutte le donne: per quelle "sane" ciò comporta una riduzione della fertilità, mentre in quelle con la PCOS tali livelli, abbassandosi, rientrano nei parametri. Leggi anche: - Ecco la molecola della solitudine: un farmaco potrebbe curarla - Per staccare dal lavoro devi allontanarti di 1.600 chilometri - Boot camp, l'allenamento intensivo che trasforma il corpo