Chi scrive con la mano sinistra è più bravo in matematica

Secondo un nuovo studio i mancini sono più portati per la matematica. L’indagine non offre risposte definitive, ma fornisce dati utili per comprendere in che modo la predominanza di una mano influenza le attività umane.

Mancinismo e matematica: che rapporto hanno? (Foto: incamerastock/Alamy/Olycom)

Mancinismo e matematica: che rapporto hanno? (Foto: incamerastock/Alamy/Olycom)

Uno studio condotto dall’Università di Liverpool suggerisce che i mancini sono più portati per la matematica rispetto a chi usa prevalentemente la mano destra. Il vantaggio, dicono gli scienziati, è più evidente negli adolescenti di sesso maschile, un dato che indicherebbe una correlazione tra mancinismo, età e sesso biologico. Tali conclusioni vanno al momento accettate con un ragionevole grado di dubbio: la ricerca è stata infatti presentata nel corso dell'annuale conferenza della British Psychological Society, ma non è ancora stata sottoposta a peer review, la procedura di revisione paritaria che verifica l'idoneità alla pubblicazione su riviste scientifiche specializzate.

MANCINI, VANTAGGI E SVANTAGGI In un mondo pensato per essere a misura di destrimani, la vita quotidiana dei mancini è spesso ricca di ostacoli pratici. Tuttavia, esistono prove scientifiche che il 10% (circa) della popolazione mondiale che usa la mano sinistra vanta alcuni benefici neurologici, tra cui spiccate doti creative.  

In particolare, il rapporto tra mancinismo e abilità matematiche è al centro di investigazioni  da decenni. L’ipotesi di fondo, sostenuta da più parti, è che i mancini sfruttino diverse porzioni del cervello per svolgere le proprie attività, una prerogativa che faciliterebbe l’approccio con numeri, spazi e calcoli. Si tratta però di una teoria alquanto dibattuta: alcuni studi sostengono al contrario che tra mancini e destrimani non esistono sostanziali differenze in ambito matematico.

I NUMERI DELLA RICERCA Il lavoro condotto dall’Università di Liverpool si configura come una delle più approfondite analisi sull’argomento. L’indagine ha sondato le abilità matematiche di 2300 studenti italiani di età compresa tra i 6 e i 17 anni. La manualità di ciascuno è stata determinata attraverso un test chiamato Edinburgh Handedness Inventory, utile per identificare la predominanza della mano destra o della sinistra, nonché l’eventuale presenza di ambidestria.  

I partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test matematici, tra cui quiz aritmetici ed esercizi di problem solving, per esaminare in che modo la lateralità influenza la performance. Tenendo conto di fattori quali età e sesso, il team coordinato dallo psicologo Giovanni Sala ha stabilito che la predominanza di una delle due mani comporta una differenza tra il 5 e il 10% nei punteggi finali dei test, un percentuale molto alta per una variabile come la manualità.

UNA MARCIA IN PIÙ  Sala ha dichiarato che lo studio dimostra una “significativa correlazione tra manualità e abilità matematiche”. Il quadro che emerge evidenzia inoltre che competenze e grado di manualità dipendono a loro volta da età, sesso e tipo di problema matematico. “Ad esempio”, dice Sala, “i bambini con una spiccata lateralizzazione – ovvero molto sbilanciati verso la mano destra o sinistra – tendevano ad avere performance peggiori rispetto al resto del campione. Tuttavia questo effetto è scomparso negli adolescenti mancini e di sesso maschile, che hanno ottenuto risultati migliori rispetto ai loro coetanei”.  

Come sottolineano gli stessi ricercatori, i dati raccolti non sono definitivi, ma gettano le basi per ulteriori ricerche future che permettano di chiarire i segreti del mancinismo e, più in generale, di comprendere in che modo lo sviluppo della lateralità influisca sui talenti e le attività umane.