Giovedì 18 Aprile 2024

Vacanze al mare: 4 nemici in acqua e uno in terra

L' otite del nuotatore, meduse, ricci di mare e tracine: come fare in modo che non rovinino le vacanze. E attenzione alla vespa-killer che viene dall'Asia

Meduse, sempre più presenti nel Mediterraneo (Ansa)

Meduse, sempre più presenti nel Mediterraneo (Ansa)

Un tuffo dove l’acqua è più blu, ma anche una nuotata in piscina, ed ecco in agguato quella che può rovinarci la vacanza, l’otite del nuotatore, che si manifesta con la sensazione di avere l’orecchio tappato, con fastidio e prurito che con il passare del tempo si trasformano in dolore. La causa è nei germi presenti nell’acqua, che irritano la pelle del canale auditivo soprattutto se ci sono piccole lesioni. Gli sciacqui con l’acido borico, che è disinfettante, possono dare sollievo, ma se il disturbo non passa è bene ricorrere all’otorino. Che di solito prescrive delle gocce da mettere nell’orecchio: antibiotici nel caso di batteri o antimicotici se si tratta di funghi. La prevenzione serve: una visita dall’otorino consente di individuare eventuali tappi di cerume - che al contatto dell’acqua si gonfiano e provocano irritazioni e dolori - e di rimuoverli.

Ma l’otite del nuotatore non è l’unico inconveniente fra le onde. Il nemico più temuto è la medusa: i suoi tentacoli urticanti provocano lesioni dolorosissime. Per trovare sollievo il rimedio più efficace è l’ammoniaca, in mancanza della quale si può frizionare la parte colpita con della sabbia calda, poi sciacquarla con l’acqua di mare (meglio se mista ad aceto) Nelle cure fai da te c’è anche l’applicazione sulla parte dolorante di un po’ di dentifricio. Importante comunque è resistere al prurito e non grattarsi, sennò la tossina sprigionata dalla medusa entrerà in circolo ancor più velocemente. Di solito il medico prescrive poi delle creme contenenti corticosteroidi e degli antistaminici. Un altro incontro ravvicinato non troppo simpatico, in acqua, è quello con un riccio di mare: trovarsi un aculeo piantato in un piede è un’esperienza che non si dimentica. Una pinzetta (anche di quelle che si usano per le sopracciglia) è utile per togliere l’aculeo facendo attenzione che non si spezzi dentro la ferita. Che di solito si rimargina presto, però se farà infezione bisognerà ricorrere a una terapia antibiotica. Per restare in tema di piccoli nemici in acqua, da non sottovalutare le tracine, o pesci ragno, o ragnoli, che si nascondono nei fondali sabbiosi. Se li si tocca drizzano la spina dorsale ricca di spine con le ghiandole colme di veleno. Anche una piccola tracina può provocare un dolore enorme, la parte colpita sembrerà come paralizzata e l’infortunato può avvertire tachicardia, difficoltà respiratorie, nausea. Ma il veleno della tracina è termolabile, e lo si neutralizza con dell’acqua calda. Anche acqua ossigenata o ammoniaca servono. Se il dolore persiste, il medico prescriverà antibiotici e/o antistaminici. Un accorgimento: se si acquista una tracina appena pescata, toccarla con cautela perché il veleno conserva il suo potere anche molte ore dopo la morte del pesce. La cottura lo rende innocuo, e una tracina alla griglia o al forno, con le sue carni sode e saporite, si fa perdonare l’attenzione che richiede nel maneggiarla.

 

La vespa vellutina, il killer che viene dall'Asia

E’ una new entry tra i nemici dell’ estate, è la vespa velutina, originaria del sud-est asiatico, detta calabrone killer per le sue abitudini: attacca le api, le sbuccia e se le mangia. Diffusa in Francia, è arrivata anche in Italia. E’ simile a un calabrone, lunga 5 centimetri. Il suo pungiglione ha un mix di veleni, in caso di puntura (dolorosissima) lavare con tè o vino rosso: contengono il tannino che neutralizza una parte delle tossine. Poi applicare pomate a base di antistaminici e cortisonici. Chi è allergico al veleno di imenottri deve portare con sé un preparato a base di adrenalina, un potente antiallergico.

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