Urologi, cistite nella donna causa 25% assenze dal lavoro

Un disturbo spesso fonte di disagio, la cistite, che provoca bruciore e difficoltà a urinare, con frequenti corse in bagno e ripercussioni nella vita sessuale di coppia. Va trattata senza indugi

Foto Ansa

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Salerno, 25 maggio 2018 - “La cistite nella donna è causa del 25% di assenze dal lavoro nell’arco di un mese“. Un disturbo spesso fonte di disagio, la cistite, che provoca bruciore e difficoltà a urinare, con frequenti corse in bagno e ripercussioni nella vita sessuale di coppia. L’urologo è lo specialista di riferimento in grado di affrontare e risolvere definitivamente una condizione invalidante come una cistite che si trascina per anni”. Queste valutazioni sono scaturite durante i lavori del congresso Urop, società scientifica degli urologi dell’ospedalità privata, assise che vede riuniti a Salerno anche andrologi, endocrinologi, sessuologi, ginecologi, biologi, psicologi e medici di medicina generale.

“La cistite va curata nelle fasi iniziali per evitare la cronicizzazione - spiega Stefano Pecoraro, presidente del congresso - affligge donne di tutte le età, è necessario ricorrere subito a terapie specifiche”. La prevenzione è fondamentale anche nella cistite, l’igiene e l’idratazione sono al primo posto. Anche le minzioni non devono essere rallentate, le ritenzioni di urina provocano sforzi all’interno del muscolo della vescica e ne alterano la contrattilità”, aggiunge Pecoraro, direttore dipartimento Urologia del Gruppo Malzoni Neuromed Avellino.

Nel corso del congresso, una sessione è stata dedicata alla live surgery, la didattica chirurgica in diretta via satellite dalle sale operatorie, presentazione di nuove tecniche mininvasive, laser di ultima generazione, radiofrequenza e tecniche di conservazione della sessualità nella chirurgia della prostata, nel maschio, per salvaguardare l’integrità nervosa e la funzionalità della parte muscolare della ghiandola, fattori che entrano in gioco nei delicati meccanismi dell’erezione e dell’eiaculazione.

Sempre in tema di assistenza sanitaria, è stata presentata oggi a Roma una ricerca del Censis realizzata in collaborazione con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) sulle attuali dinamiche sociali. In particolare è emerso che l’85% degli italiani desidera scegliere liberamente il medico e l’ospedale, tra pubblico e privato accreditato, mentre anche la politica vede con favore un modello pluralista in sanità, secondo il sondaggio infatti il ruolo del privato accreditato nel sistema ospedaliero riscuote il consenso trasversale del 63% di un campione rappresentativo di consiglieri regionali.