Venerdì 19 Aprile 2024

Perché gli elefanti non si ammalano di tumore?

I pachidermi mostrano una sorprendente resistenza ai tumori, che sembra dipendere dalla presenza di un gene-zombie nel loro DNA

(Foto: mantaphoto/iStock)

(Foto: mantaphoto/iStock)

Un studio condotto da un team di genetisti della University of Chicago getta nuova luce su uno dei più affascinanti misteri del regno animale: il cosiddetto paradosso di Peto. L'enigma, che prende il nome dall'epidemiologo che lo ha formulato negli anni '70, si basa sull'osservazione che gli elefanti si ammalano pochissimo di tumore, nonostante il loro corpo gigantesco contenga tantissime cellule, e quindi sia in teoria più esposto al rischio di accumulare mutazioni maligne. L'articolo pubblicato su Cell Reports suggerisce che il merito di questa immunità è da attribuire a un "gene-zombie", che promuove per tempo la morte delle cellule potenzialmente cancerose. INTANTO: CHE COS'È QUESTO GENE-ZOMBIE In realtà, dicono i ricercatori, si tratta in apparenza di uno pseudogene, ossia una replica imperfetta di una porzione di DNA completamente funzionale. L'appellativo "zombie" deriva proprio dal fatto che nel corso della storia evolutiva dei proboscidati, tale sequenza, tecnicamente nota come LIF6, è rimasta dormiente per decine di milioni di anni, salvo poi "risvegliarsi" con la comparsa degli elefanti. CHE COSA SI SAPEVA La ricerca non è partita esattamente da zero. Un precedente studio, sempre a firma della University of Chicago, aveva già dimostrato che nel patrimonio genetico dell'elefante ci sono decine di copie del soppressore tumorale TP53, presente in singola copia anche negli esseri umani. Questo gene regola il ciclo cellulare, entrando in gioco con vari meccanismi per sopprimere i tumori nascenti. IL GENE CHE SPEGNE TUMORI A differenza di quello che si potrebbe pensare, l'elevato numero di TP53 non risolve da solo i paradosso di Peto. Gli scienziati sono quindi andati alla ricerca di un ulteriore gene anti-tumore che distinguesse gli elefanti da altri parenti più o meno stretti, come ad esempio i lamantini. Gli esperimenti in laboratorio, che hanno messo a confronto le cellule delle due specie, hanno così permesso di individuare il gene-zombie, che secondo il report uccide il tumore sul nascere dopo che soppressore TP53 ha lanciato l'allarme. "Le cellule [mutate, NdR] degli elefanti morivano subito; a differenza di quelle dei loro parenti erano completamente intolleranti al DNA danneggiato", ha dichiarato il genetista e biologo dell'evoluzione Vincent Lynch. LA RICERCA CONTINUA Come è facile intuire, in futuro la scoperta potrebbe offrire spunti per le cure oncologiche negli esseri umani, ma al momento qualunque discorso clinico è del tutto prematuro. Nel frattempo, gli scienziati continueranno ad approfondire l'argomento per verificare se i pachidermi nascondono altri segreti, senza trascurare la possibilità di indagare su altri mammiferi XXL particolarmente resistenti ai tumori, quali ad esempio le balene.