Il Giappone vuole abolire il divieto di cacciare le balene

Lo ha proposto nel corso dell'ultimo IWC, per fortuna senza riscuotere troppo entusiasmo tra gli altri paesi

Un esemplare di megattera (Foto: elvetfish/iStock)

Un esemplare di megattera (Foto: elvetfish/iStock)

Nel corso del meeting biennale organizzato dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC, da International Whaling Commission), il Giappone ha chiesto ufficialmente di porre fine al divieto di cacciare balene entrato in vigore nel 1986. Negli ultimi 30 anni, le baleniere giapponesi non hanno in realtà mai cessato del tutto la propria attività, appigliandosi al cavillo che consente ogni anno l'uccisione di un certo numero di cetacei per "scopi scientifici". RIDISCUTERE LE REGOLE Attraverso il documento presentato a Florianopolis, in Brasile, il Giappone ha chiesto di rivedere le restrizioni imposte dalla IWC, sostenendo che molte specie di balene sono ormai abbastanza in salute "da consentire una caccia sostenibile". La proposta prevede l'istituzione di un'apposita commissione che supervisioni la caccia commerciale e la caccia per la sussistenza aborigena, oltre la possibilità di decidere il numero di balene da catturare per mezzo di votazioni a maggioranza semplice, che favorirebbero i paesi tradizionalmente più permissivi. CACCIA ALLE BALENE: NO GRAZIE I pareri negativi non si sono fatti attendere: l'Australia, che in passato ha già accusato il Giappone di avere ucciso molte più balene del dovuto, ha per esempio fatto subito muro, sottolineando anzi che è necessario revocare anche il permesso di caccia per presunte ragioni scientifiche. A oggi non esistono infatti prove che l'uccisione delle balene sia stata utile per raggiungere dei traguardi accademici, al contrario di quanto successo applicando invece metodi non letali.