Giovedì 18 Aprile 2024

Si pente il pastore che ha ucciso la volpe con il forcone: "Errore gravissimo"

Nuoro. L'uomo è stato rintracciato da una Tv locale e intervistato. La Lav chiede il pugno duro contro chi sposa l'etica della morte e chiama in causa la Regione Sardegna. LNDC presenta un'altra denuncia

Volpe in una foto di repertorio

Volpe in una foto di repertorio

Nuoro, 21 febbraio 2018  - «Sono profondamente pentito di quello che ho fatto. È stato un gesto dettato dalla rabbia e dalla disperazione perché le volpi quest'anno mi hanno ucciso 60 pecore, parte del mio gregge che mi serve come sostentamento per la mia famiglia». Così, in forma anonima, ai microfoni del Tg sardo Videolina, l'allevatore del Nuorese che nei giorni scorsi ha infilzato e brutalmente ucciso con un forcone una volpe, condividendo poi il video sui social e scatenando l'indignazione degli animalisti». Non è un gesto giustificabile e chiedo perdono anche per aver condiviso il video - spiega il pastore - io lo volevo cancellare ma poi è andata così. Da tre giorni non dormo per questa storia. Voglio anche precisare che è stato uno sbaglio fatto da me e non dall'intera categoria di pastori. Ho colpito la volpe - ricostruisce - con la prima cosa che mi è capitata vicino. È stato un errore gravissimo ma sono pronto a sedermi intorno a un tavolo con i forestali e con gli ambientalisti perché quello delle volpi da noi è un problema da risolvere«.

All'attacco la Lega anti vivisezione (Lav). "Il responsabile deve essere condannato con tutte le aggravanti - dichiara Roberto Corona della Lav di Cagliari - Contrastiamo a tutti i livelli questa cultura incapace di riconoscere il diritto di vivere delle altre specie. Ci vuole una nuova visione etica e non violenta nella gestione del rapporto con i selvatici e tutti gli animali in generale. La Regione Sardegna deve assumersi le proprie responsabilità e iniziare a condannare questi atti incivili anziché considerare gli animali causa di problemi che si risolvono con l'abbattimento, parliamo di volpi, cinghiali, daini, cornacchie. La nostra fauna selvatica - chiarisce - deve essere tutelata e salvaguardata e non condannata a morte".

Sulla vicenda interviene anche LNDC: “Non c’è civiltà dove c’è tanta cattiveria”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “La volpe ha pagato con la propria vita, dopo un’agonia straziante, per il solo fatto di essere un animale selvatico. Accanirsi in questo modo su una povera creatura ormai inerme, filmare tutta la scena e divulgarla sono azioni raccapriccianti che possono essere compiute solo da mostri. Persone senza un briciolo di empatia e di sensibilità. È ormai un fatto accertato che in tantissimi casi queste persone sono altrettanto pericolose per gli altri esseri umani, oltre che per gli animali. Devono essere fermati e inchiodati alle loro responsabilità.”

LNDC sporge denuncia contro ignoti nella speranza che la diffusione del video permetta agli inquirenti di risalire al sadico killer e alla sua complice auspicando, nel caso in cui vengano identificati e processati, in una condanna esemplare per dare un segnale di tolleranza zero verso la violenza e l’inciviltà. 

“La violenza sugli animali di qualsiasi specie purtroppo è sempre all’ordine del giorno e non smetteremo mai di chiedere che il legislatore preveda pene più severe per chi si macchia di questi reati orrendi”, conclude Rosati. [email protected]