Cremona, 23 febbraio 2018- Il randagismo in Sicilia richiede la dichiarazione dello stato di emergenza, permettendo alle autorità pubbliche, centrali e regionali, di ricorrere ad interventi speciali, misurabili e a termine. E la facilità di accesso ai veleni e al loro utilizzo incontrollato: servono norme più stringenti. Questa in sintesi la posizione del Presidente dell'ANMVI, Marco Melosi, dopo i fatti di Sciacca.
Intanto, il Presidente di ANMVI Sicilia, Pippo Licitra, denuncia la sordità della politica: "La veterinaria siciliana non è disponibile ad utilizzare i razzi della Corea del Nord per farsi ascoltare o per essere invitata ai tavoli decisionali che la politica organizza nei momenti di emergenza". Sopra le righe non sono i toni di una veterinaria siciliana esasperata, ma "i fatti abominevoli dell’avvelenamento dei randagi a Sciacca" dichiara Licitra.
"Più volte, utilizzando le sale dell’assemblea Regionale abbiamo rappresentato la difficoltà gestionali del randagismo in Sicilia, si è “gridato” la necessità di una interlocuzione continua con le parti politiche per affrontare un problema che all’interno della nostra categoria viene vissuto con grande attenzione e preoccupazione" è lo sfogo del Presidente di ANMVI Sicilia. "Adesso la politica non scavalchi la nostra categoria per fare largo a chi ha sicuramente maggior peso elettorale, ma non il ruolo specialistico e di presenza territoriale che noi veterinari - con i nostri studi, ambulatori, cliniche e servizio pubblico - rappresentiamo sul territorio" conclude Licitra.
Emergenza randagismo. L’ANMVI, impegnata in programmi di sterilizzazione volontaria dei randagi in varie regioni ad alto tasso di randagismo, torna a chiedere un piano ad hoc per la Sicilia: identificazione anagrafica e sterilizzazione programmata sotto una regia veterinaria e di sanità pubblica. Ricordando che il controllo demografico delle popolazioni animali rientra nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, che lo Stato e le Regioni sono chiamate a garantire e finanziare, l’ANMVI invita le autorità competenti a considerare la dichiarazione dello stato d’emergenza randagismo, pianificando azioni urgenti, misurabili e a termine e soprattutto "sotto una regia sanitaria-veterinaria". Lo stato di emergenza, ricorrendo i presupposti di urgenza e di eccezionalità, potrebbe facilitare soluzioni di intervento speciale anche di tipo economico-finanziario.
Troppo facile il possesso di veleni. L’avvelenamento di massa dei randagi di Sciacca ripropone il problema delle esche-killer- veleni troppo facilmente reperibili sul mercato. Vale per la Sicilia ma non solo. Malgrado una ordinanza del Ministero della salute che ne vieta la detenzione e l’utilizzo, l’approvvigionamento di prodotti o sostanze letali è ancora troppo facile e incontrollato. L’ANMVI torna a chiedere norme più stringenti contro il facile approvvigionamento di sostanze letali per animali e persone e che causano contaminazioni ambientali. Così conclude la nota dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani. [email protected]