Martedì 16 Aprile 2024

Gregge sbranato dai lupi. Enpa e Lac sollecitano accertamenti

Ancona. Secondo la Protezione animali e la Lega abolizione caccia esistono forti dubbi sul fatto che siano stati i predatori ad uccidere le pecore

Gregge di pecore

Gregge di pecore

Ancona, 20 marzo 2018 - Dopo la segnalazione di Coldiretti di un branco di pecore sbranate dai lupi a Matelica, l'Enpa (Ente nazionale Protesione Animali) chiede che «sia fatta chiarezza», mentre la Lac (Lega Anti Caccia) esprime «seri dubbi» sull'episodio. «Una chiarezza doverosa - sottolinea una nota dell'Enpa -, che si ottiene con opportune indagini genetiche sui capi deceduti, nei confronti di tutti, anche per evitare ulteriori campagne terroristiche ai danni di un animale rigorosamente protetto a livello internazionale, comunitario e italiano, colpito da un bracconaggio spietato che ogni anno ne decima la popolazione». «Il lupo è animale schivo che si tiene lontano dall'uomo e dai suoi luoghi di lavoro - spiega la nota -. È stato accertato che molto spesso le predazioni sono invece condotte da cani liberi lasciati vagare dai proprietari - anche cani lupo - o da branchi di cani randagi che predano per sopravvivere. Questo è un problema che vede il mondo politico in grandissimo ritardo, con la mancata o insufficiente applicazione della legge nazionale sul randagismo ma anche delle ordinanze ministeriali che disciplinano la corretta detenzione dei cani».

Secondo Enpa «occorre approvare il Piano Nazionale di Conservazione del Lupo in ballo dal 2014, che contiene importanti vincoli sulle misure di prevenzione e che è stato fermato dalle posizioni di pochissimi sostenitori del grilletto facile. Agli allevatori, o comunque a chi sia colpito da verificati danni da fauna, ma anche da parte di specie domestiche inselvatichite, va riconosciuto il rimborso dei danni, senza ritardi».

I dubbi della Lac invece riguardano il fatto che «l'attacco sia avvenuto di pomeriggio e non in piena notte, come solitamente avviene per il lupo, la dislocazione dell'allevamento lungo una vallata molto transitata dalle auto e a pochissima distanza dall'incrocio con la strada provinciale Muccese . L'unica spiegazione plausibile è che il gregge rappresentasse una facile preda, ovvero che l'allevatore non avesse adottato quelle elementari prevenzioni e difese, come l'uso di recinzioni fisse ed elettrificate, di dissuasori faunistici e, soprattutto, l'utilizzo di cani pastore abruzzesi». Secondo la Lac «negli allevamenti che si sono dotati di queste forme di prevenzione, situati anche in mezzo alle montagne ed in aree protette, come parchi nazionali, le predazioni da parte dei lupi si sono ridotte praticamente a zero». La Lac chiede che le pecore sbranate nell'allevamento di Matelica «siano analizzate da personale esperto dell'Istituto Zooprofilattico di Marche e Umbria». E sollecita corsi di formazione per i veterinari di base. «La Regione e l'Asur hanno declinato l'invito - osserva l'associazione - è più semplice per i politici distribuire a pioggia i risarcimenti a tutti». Così conclude la nota dell'associazione. [email protected]