Sabato 20 Aprile 2024

"Il ministro Orlando vuole depotenziare la repressione di delitti contro animali"

Lav accusa il responsabile della Giustizia e si rivolge al presidente del Consiglio Gentiloni. "E' una questione di giustizia e civiltà"

Pecore e asini in una foto L.Gallitto

Pecore e asini in una foto L.Gallitto

Roma, 9 marzo 2018 - Il Ministro della Giustizia Orlando, denuncia la LAV, vuole rendere più difficile, se non addirittura impossibile, il contrasto all’uccisione di animali in ambito zootecnico, un tipico reato a scopo intimidatorio e ritorsivo. Il Ministro ha confermato infatti la cancellazione della procedibilità d’ufficio per l’articolo 638 del Codice penale nello Schema di Decreto Legislativo esaminato l’altro ieri dalla Commissione Giustizia del Senato, ignorando il parere negativo dato il 6 dicembre scorso dalla Commissione Giustizia di Montecitorio, su proposta del relatore Ermini, dello stesso partito del Ministro, il Pd. E' quanto sostiene una nota della LAV.

All’articolo 8 l’attuale Schema di Decreto Legislativo n.475-bis prevede infatti ancora la procedibilità non più d’ufficio ma solo con querela di parte per i delitti di cui all'articolo 638 del Codice penale, secondo comma (uccisione o danneggiamento di tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, ovvero di animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria) e seppure all’articolo 12 inserisce la “procedibilità d’ufficio solo in presenza di circostanze aggravanti a effetto speciale” in assenza di denuncia è di fatto impossibile contestare una circostanza aggravante. Si tratta infatti perlopiù di reati particolari commessi a scopo intimidatorio e in ambienti pastorali o agresti. Perché il Ministro Orlando, tanto più dopo le elezioni, persevera nel depotenziamento del contrasto a questo reato?, si chiede la LAV.

Ci troviamo di fronte a una questione di Giustizia e di rispetto della Legalità ed è del tutto evidente che in un contesto di intimidazione, lasciare la punibilità al presupposto della procedibilità a querela di parte depotenzia la tutela degli animali, poiché l’azione penale esercitata su richiesta della parte offesa, per ovvi motivi legati alla paura di subire ulteriori conseguenze e ritorsioni, diverrebbe del tutto residuale se non inesistente. Per questo abbiamo chiesto l’intervento del Presidente del Consiglio Gentiloni" dichiara Ciro Troiano, criminologo, Responsabile dell’Osservatorio Zoomafia LAV.

"L’uccisione di animali non può  essere considerata una questione privata, che viola i diritti di un singolo, poiché la crudeltà nei riguardi degli animali è un problema sociale che deve essere contrastato dall’intera società con l’azione penale esercitata d’ufficio e non rimessa all’iniziativa di un singolo cittadino. Si tratta di condotte pericolose socialmente a prescindere delle conseguenze che ne possono derivare per l’uomo. La pericolosità – conclude Troiano - va valutata per il danno fatto alla vittima animale e nel momento in cui sono colpiti gli interessi di un animale viene offesa anche l’intera società”, si chiude la nota. [email protected]