Allevamenti intensivi di maiali: l'orrore non conosce confini

Investigazione di Animal Equality in Spagna. Le immagini terrificanti degli animali malati e rinchiusi al buio hanno fatto il giro del mondo. Una petizione da firmare subito

Una delle immagini riprese sotto copertura

Una delle immagini riprese sotto copertura

Roma, 16 febbraio 2018 - La scorsa settimana, Animal Equality ha lanciato in Spagna una nuova scioccante inchiesta in collaborazione con Salvados, uno dei programmi televisivi più seguiti a livello nazionale. L’allevamento di maiali in questione è fra i peggiori mai visitati dai nostri investigatori. Così riferisce una nota dell'organizzazione. Le immagini, andate in onda in tv in prima serata, hanno fatto il giro del mondo in pochi giorni, suscitando lo sdegno generale. Vedere degli animali innocenti trattati in questo modo fa male al cuore ed allo stesso tempo accentua quel senso di impotenza che capita spesso di provare nella vita, insiste la nota.

In Animal Equality siamo tutti fermamente convinti di una cosa: chi maltratta gli animali non deve rimanere impunito. Purtroppo però sappiamo quanto lenta possa essere la macchina della giustizia, soprattutto se ad essere maltrattati sono i più dimenticati fra i dimenticati: gli animali d’allevamento, sottolinea Animal Equality.

"Per questo, oltre ad intraprendere percorsi legali per assicurare questi criminali alla giustizia, a volte è necessario anche muoversi su altri sentieri.  Indignarsi non basta - scrive l'associazione - Bisogna fare qualcosa e bisogna farlo subito. L'allevamento dove sono state riprese le immagini sotto copertura è uno dei principali fornitori di ElPozo, noto marchio di carne e salumi distribuito in molti paesi europei", accusa Animal Equality.

Alcune fra le maggiori catene di supermercati in Europa, presa visione della nostra inchiesta, hanno immediatamente deciso di ritirare i prodotti dai propri banconi: vogliamo raggiungere lo stesso obiettivo anche in Italia, sottolinea il gruppo. "Fortunatamente, El Pozo in Italia non ha ampia distribuzione, anzi. L’unico grosso rivenditore è Amazon. Proprio per questo, stiamo chiedendo ad Amazon di non concedere più spazio sul proprio portale a questo marchio". Per questo motivo l'organizzazione sollecita a firmare la petizione che chiede che quel marchio non abbia spazio in Italia. Per firmare la petizione: http://www.animalequality.it/amazon/