Festa del sacrificio, protestano Movimenti e associazioni

La macellazione rituale senza stordimento provoca indicibili sofferenze negli animali. Paolo Bernini, dei Cinque stelle, Michela Vittoria Brambilla del Movimento animalista e varie ong chiedono controlli e severità ai sindaci

Pecore in una foto L.Gallitto

Pecore in una foto L.Gallitto

Roma, 31 agosto 2017 -  Movimento Cinque Stelle, Movimento animalista e ong animaliste protestano in Italia contro la macellazione rituale di pecore e capre per la festa islamica del Sacrificio, che si tiene dal 1/o al 4 settembre e prevede lo sgozzamento degli animali senza stordimento. Il portavoce alla Camera del Movimento Cinque Stelle, Paolo Bernini, chiede che venga abolita la deroga alle norme sui macelli che permette la macellazione rituale islamica. Quest'ultima a suo avviso «è crudele e costringe un essere senziente a vivere la morte come estremo momento di terrore e di violenza inaccettabili». Il deputato nega che la sua sia «una posizione dettata dalla discriminazione religiosa. Il mio, il nostro esclusivo interesse è mosso dal dovuto rispetto che dobbiamo ad ogni animale». Per la ong animalista Animal Equality «gli animali vengono percossi e sbattuti contro delle grate, legati e costretti a vedere i propri simili barbaramente uccisi, sgozzati senza stordimento, come prevede la macellazione rituale».

La ong ha avviato una raccolta di firme per chiedere alle autorità italiane di mettere al bando questa pratica. «In alcuni stati - scrive - come Norvegia, Svezia, Islanda e Liechtenstein, sono già state poste forti limitazioni alla macellazione rituale religiosa, mentre invece in Polonia, in Danimarca, in alcuni stati federali dell'Austria e Svizzera è già stata completamente messa al bando». La ong Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente) chiede che i sindaci vietino almeno le macellazioni rituali in casa, che sono illegali (sono permesse solo nei macelli autorizzati). La Festa islamica del Sacrificio ricorda il sacrificio di un montone da parte di Abramo, dopo che Dio lo fermò dal sacrificare il figlio Isacco. Una pecora, capra, bovino o cammello viene sgozzato ritualmente (per svuotarlo dal sangue, considerato impuro) e la carne viene mangiata e data ai poveri. 

"Da noi in Italia questa festa interessa circa un milione e mezzo di musulmani regolarmente residenti e circa 200.000 clandestini che comunque festeggeranno la sacra ricorrenza islamica. Complessivamente si prevede che saranno circa 400.000 i capri, montoni ed agnelli che saranno sgozzati, di questi circa un quarto cioè centomila, solo in Lombardia dove risiede il 25% della popolazione islamica (fonte istituto IMU iniziative e studi sulla multietinicità) pari a circa 368.000 persone con una concentrazione del 25% a Milano e provincia", riporta una nota di Aidaa. 

A pochi giorni dal tramonto del 31 agosto, inizio dell’Id al Adha, la festa islamica del Sacrificio, “il Movimento animalista ribadisce la condanna della macellazione rituale, chiede l’abolizione della legislazione che la consente e sollecita intanto le autorità a garantire l’assoluto rispetto della normativa vigente, che ammette questa pratica crudele e cruenta solo in un macello autorizzato, non nella forma familiare e fai-da-te, purtroppo molto diffusa”. Lo scrive in una nota la presidente nazionale del Movimento animalista, on. Michela Vittoria Brambilla.

“Solo in Italia – sottolinea l’on. Brambilla – saranno decine di migliaia gli animali che perderanno la vita in questo modo, perché lo stordimento preventivo è vietato dal rito. A noi animalisti tutta questa sofferenza sembra il contrario di una festa. Perciò cambieremo la legge, non appena avremo la forza di farlo, visto che la politica finora non ne è stata capace. Nel frattempo chiediamo alle autorità, e in particolar modo ai sindaci, di vigilare attentamente sul rispetto delle norme. Invece di “fare gli auguri” ai fedeli islamici per questo massacro, come fece l’anno scorso la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo, si impegnino a contrastare efficacemente, sul loro territorio, il fenomeno della macellazione rituale “fai da te”, fuori dalle strutture autorizzate, che non è protetta dalla legge e, più in generale, a far rispettare le regole, valide per tutti”. Del resto, non potrà mai esserci integrazione se non vi è rispetto delle nostre leggi, tradizioni e sensibilità da parte di coloro che vengono nel nostro paese. Si tratta di un punto di partenza imprescindibile, sia per quanto riguarda i diritti degli animali che tutti gli altri principi che ispirano la nostra società", conclude Brambilla. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]