Traffico di cuccioli dall'est: disposti controlli in Ungheria

Qualcosa si muove dopo la visita, nel Paese, del parlamentare 5stelle Paolo Bernini che ha anche presentato una denuncia alla Ue

Cucciolo vittima dei traffici dall'est

Cucciolo vittima dei traffici dall'est

Roma, 24 gennaio 2018 - Prima di Natale, una visita ispettiva del Movimento cinque stelle condotta dal portavoce parlamentare Paolo Bernini e dal suo collaboratore Alfredo Riccio presso il mercato di cuccioli a Pecs in Ungheria, ha dimostrato la vendita illegale di cuccioli di età inferiore a quanto previsto dalle normative vigenti e le condizioni precarie di detenzione degli stessi. E' quanto riferisce una nota del M5s.

“Grazie alle attività condotte sul territorio ungherese finalizzate alla verifica del traffico di cuccioli e, nello specifico allintervento presso il mercato di Pecs, sono stato informato dal Ministero dell’Agricoltura Ungherese che sono stati pianificati e realizzati una serie di controlli a tappeto che hanno messo in evidenza che i cuccioli venduti al mercato avrebbero due mesi e che, pertanto, non possono essere direttamente importati in nessun Paese Europeo in ragione della normativa vigente che impone l’età minima di almeno tre mesi e venti giorni per poter autorizzare l’esportazione previo ottenimento del passaporto Europeo.” E' quanto dichiara Paolo Bernini che prosegue: ”Ciò a dimostrare che il Ministero dell’Agricoltura scarica, di fatto, ogni responsabilità sui veterinari liberi professionisti ungheresi che rilascerebbero libretti sanitari e passaporti illegittimi e sugli importatori che agirebbero senza scrupolo. Giova rammentare che i due cuccioli che siamo riusciti a salvare da quel mercato sono stati visitati in Italia e ne è stata certificata da medici veterinari l’età inferiore ai 50 giorni, contrariamente a quanto certificato in Ungheria. Emerge quindi, per l’ennesima volta, l’inaccettabile e continuo rimpallo di responsabilità e che dimostra come, la normativa vigente e l’esiguità dei controlli, consentano lo svolgimento di un traffico che dobbiamo riuscire a fermare".

"Per questo, tramite il mio legale, l’avvocata Paola Contursi - prosegue Bernini - , ho ritenuto fondamentale denunciare il caso all’Unione Europea, richiedendo che fosse disposta una specifica indagine e l’eventuale e conseguente apertura di una procedura d’infrazione. Ho ricevuto risposta positiva, la denuncia è stata accolta e ci sarà un'udienza entro 12 mesi".

"Sono invece perplesso - sottolinea ancora Bernini - per la risposta della Federazione dei Veterinari Europei (FVE) che sembra non volersi interessare al caso specifico. Mi viene da pensare che la presenza di uno dei vicepresidenti dell’Fve di nazionalità Ungherese abbia impedito loro di agire per come ci si sarebbe aspettati da una Federazione europea dei veterinari che sempre si è distinta per encomiabili azioni ed interventi". "Il traffico di cuccioli, infatti, oltre a rappresentare un evidente maltrattamento di animali è un problema sanitario di che non si può più ignorare. Le norme che regolamentano il commercio di cani gatti e furetti all'interno dell'Unione Europea sono basate sulle garanzie sanitarie e di benessere dei Paesi di origine in altre parole sulle attività di controllo e di applicazione delle norme EU da parte delle Autorità competenti", insiste Paolo Bernini.