Giovedì 18 Aprile 2024

"In Sicilia un atto di terrorismo contro i cani. Ma troppa indignazione ipocrita"

Centopercentoanimalisti commenta la strage di Sciacca e ricorda le stragi quotidiane di animali che finiscono nel piatto

Cani in una foto di repertorio (L.Gallitto)

Cani in una foto di repertorio (L.Gallitto)

Padova, 20 febbraio 2018 - La strage di cani a Sciacca e in altre località della Sicilia è un atto infame, vile, di terrorismo vero e proprio. E purtroppo non è caso raro, nella regione. Come al solito, emerge l’incompetenza e l’irresponsabilità degli Enti Locali e delle strutture veterinarie pubbliche, che nulla fanno per contrastare randagismo e abbandono. E' quanto sostiene una nota di Centopercentoanimalisti.

Che poi si tratti di azioni di psicopatici o faccia parte di un piano prestabilito per “ripulire” il territorio in vista del Giro d’Italia, è compito degli inquirenti stabilirlo.Noi Centopercentoanimalisti condanniamo, ovviamente, questo crimine; ma non possiamo fare a meno di rilevare come l’uccisione di cani abbia sollevato un’ondata di (giusto) sdegno, mentre ogni giorno passa sotto silenzio l’uccisione di decine di migliaia di altri animali: polli, conigli, ovini, bovini, maiali, pesci etc. Nei macelli, sui banchi dei supermarket, sulle tavole di tanta gente ogni giorno è Sciacca, accusa Centopercentoanimalisti.

Ci riferiamo soprattutto ai cosiddetti amici degli animali, che continuano a mangiare cadaveri alimentando l’industria e il mercato della “carne”. Come succede per Yulin, quando chi mangia bistecche s’indigna perché i cinesi mangiano cani. Sono solo meno ipocriti: mangiano animali, li mangiano tutti. Chi fa differenze tra creature di serie A e di serie B, è peggiore di loro, insiste l'organizzazione padovana. Vogliamo dire che, chi pretende di amare gli animali, non deve mangiarli, è semplice coerenza. Altrimenti si è come quelle “signore” che girano con il cagnolino al guinzaglio e la pelliccia, o un altro cane morto attorno al cappucci. Così conclude il comunicato del gruppo.