Caccia in Liguria. "Disposizioni illegittime annullate dalla Consulta"

I controlli faunistici sono di competenza esclusiva degli agenti venatori pubblici e non delle squadre di cacciatori, dicono i supremi giudici. Soddisfatte LAC, WWF, ENPA, LIPU e LAV. La replica dell'assessore

Cacciatore

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Roma, 14 giugno 2017 - Con sentenza n. 139 del 23 maggio scorso, depositata oggi, la Corte Costituzionale , su ricorso del Governo del febbraio 2016 (dopo un dettagliato esposto delle associazioni per la tutela della fauna:  LAC, WWF, ENPA, LIPU e LAV), ha annullato 5 disposizioni illegittime in materia di caccia varate dalla Regione Liguria nel dicembre 2015. Così riporta una nota delle associazioni firmatarie dell'atto. E le stesse associazioni proseguono:  A seguito del pronunciamento della Consulta la Regione Liguria è stata sconfitta su tutta la linea, e risultano pertanto annullate cinque disposizioni contenute nella legge regionale 30/12/2015 n. 29;  pertanto, fra l'altro:   -          Sono state dichiarate incostituzionali le disposizioni che abilitano le squadre di cacciatori o altri cacciatori privati (c.d. “selecontrollori) alle operazioni di controllo faunistico diverse dalla caccia vera e propria; pertanto il contenimento del cinghiale (caso tipo) nei periodi di caccia chiusa, e/o nelle aree orbane, o nelle oasi di protezione faunistica,  spetta esclusivamente agli agenti venatori pubblici; lo smantellamento parziale delle polizie provinciali, più volte criticato , si rivela ora un boomerang per la pubblica amministrazione locale; non è possibile sostituire i guardiacaccia pubblici con cacciatori privati per le azioni di contenimento delel specie problematiche per l’agricoltura. -  E' da subito vietato abbattere gli ungulati precedentemente feriti, se il loro rinvenimento avviene nelle zone di divieto o nei successivi giorni di “silenzio venatorio” (martedì e venerdì) dei periodi di caccia aperta a daini, caprioli e camosci, poiché le norme regionali avevano forzatamente derogato alla legge statale sulla caccia; in pratica il cacciatore non può recarsi in zone di divieto o in giorni di divieto col fucile o la carabina, per ricercare ed abbattere ungulati precedentemente colpiti il giorno prima.   La Consulta ha dichiarato incostituzionali anche altri due articoli - prosegue la nota delle associazioni -  sui cui la Regione aveva già  fatto dietrofront  (allenamento cani da caccia in periodo di divieto venatorio, giornate supplementari di caccia vagante a chi sceglie di esercitare la caccia in via esclusiva da appostamento). “Siamo estremamente soddisfatti del pronunciamento della Consulta, che conferma in toto le tesi da noi più volte esposte preventivamente all’assessore Mai ed al Consiglio regionale, che come al solito ha scientemente approvato disposizioni in plateale contrasto con la normativa venatoria statale”, affermano le associazioni ambientaliste che avevano sollecitato il Governo ad impugnare le norme ora bocciate.   Subito la replica dell'assessore: «I due commi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale non fanno decadere la legge regionale. Siamo già al lavoro per trovare una soluzione e sanare i rilievi della Consulta: a breve affronteremo il tema con le associazioni agricole che sono seriamente preoccupate per le ricadute della sentenza della Corte sulle produzioni locali». Così ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Stefano Mai. «I due commi, oggi dichiarati illegittimi - spiega l'assessore Mai - colmavano il vuoto lasciato dai tagli indiscriminati sul personale della Polizia provinciale, decisi dalla legge Delrio, aggravati ulteriormente dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato e da una legge nazionale che risale a 25 anni anni fa e che il governo non mette al passo con i tempi. L'introduzione, da parte di Regione Liguria, di soggetti volontari, adeguatamente formati, e quindi anche di cacciatori, per il controllo della fauna selvatica a supporto gratuito degli agenti delle ex Province, si era reso necessario visto lo scarso numero sul territorio degli agenti stessi, a seguito della soppressione degli enti intermedi». «Certo è - conclude - che il ruolo dei Comuni si rende ancora più strategico nella prevenzione e nella pulizia delle zone periurbane: nel caso di Genova, vista totale assenza di interventi manutentivi e preventivi dell'assessore Crivello negli ultimi cinque anni, siamo preoccupati per un possibile incremento della presenza di cinghiali in città, dove il fenomeno purtroppo è già molto diffuso».  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]