{{IMG_SX}}Bagnaia, (Siena) 22 maggio 2009 - E’ Fedele Confalonieri presidente Mediaset, intervistato da Pierluigi Visci, direttore di Quotidiano nazionale, a commentare i dati della ricerca realizzata dall’Osservatorio permanente Giovani – Editori, in collaborazione con l’istituto GfK Eurisco. Ricerca in cui si evidenza che nonostante il web, leggere il giornale aiuta a crescere: “La lettura dei quotidiani in classe aiuta a elaborare poi le informazioni anche su altri media”, sottolinea Confalonieri, che elogia il ruolo degli insegnanti nell’iniziativa ‘Il quotidiano in classe’.

 

Si torna su uno dei temi sollevati più volte dai ragazzi nel corso della mattinata: l’indipendenza dei giornalisti. E’ la bravura del giornalista a renderlo indipendente, come Confalonieri sottolinea ricordando l’esperienza di Montanelli al Giornale: “Se vuoi avere un canale tv o un giornale molto valido devi accettare gente valida”. Il caso Mentana? “Va bene il grande professionista, ma c’è poi un momento in cui l’editore fa l’editore”. E’ un danno perdere un grande professioniste? “I cimiteri sono pieni di indispensabili - cita un detto regionale Confalonieri – Abbiamo sostituito Mentana con un giovane della Cnn, e abbiamo fatto gli stessi ascolti. Abbiamo 350 giornalisti, un terzo della nostra programmazione è news”.

 

Anche Confalonieri prova a declinare il tema: news a pagamento ondine: “Ti pagano se hai un prodotto che vale”. E come sarà il mondo dell’informazione fra 5 anni? “Soprattutto adesso è difficile fare previsioni, tanti guru dell’economia hanno cannato le previsioni. Crescere fra le righe è crescere passettino per passettino”.

 

Il dibattito coi ragazzi si accende sui temi tv di qualità e di ‘formazione’. Perché in tv ci sono tanti programmi che sviliscono le persone e in particolare le donne? Chiede una ragazza. “Abbiamo una commissione che sorveglia le fasce protette – dice Gonfalonieri -, che poi però chiede un maggior controllo delle famiglie, e che sottolinea come siano più pericolosi dal punto di vista formativo la violenza di alcuni telefilm americani rispetto alle nostrane ‘veline’". La tv dovrebbe essere più formativa? "Quello è un ruolo che tocca alla tv pubblica” ribatte Confalonieri, che risponde anche all’accusa di proporre modelli sbagliati come quelli del Gf: “Non diciamo di seguirli”.