Giovedì 18 Aprile 2024

Un nuovo scenario per le obbligazioni

UN NUOVO scenario per le obbligazioni. E’ quello determinato dall’aumento a più riprese del costo del denaro da parte delle banche centrali per contrastare la corsa dell’inflazione. Un nuovo scenario a cui devono guardare anche gli investitori tenendo conto però che nel 2023 la curva dai picchi dei tassi potrebbe cominciare a invertirsi e a scendere. Alla fine del 2022, spiega Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Southern Europe, le banche centrali hanno accelerato il ritmo portando il totale dei rialzi annuali a quasi 100 punti percentuali nei mercati sviluppati ed emergenti. L’obiettivo implicito del rallentamento della crescita economica ha sollevato lo spettro della recessione in tutto il mondo.

Gli investitori del reddito fisso hanno interpretato questo rischio crescente come segnale di un ciclo di inasprimento del costo del denaro prossimo alla conclusione. In risposta, il reddito fisso ha registrato un’impennata nel quarto trimestre del 2022, con gli investitori che hanno iniziato ad aspettarsi tagli dei tassi quest’anno. Le obbligazioni governative, corporate e dei mercati emergenti (EM) hanno finalmente invertito il trend di tre trimestri consecutivi di perdite. E gli investitori hanno mostrato una preferenza per le asset a reddito fisso relativamente più sicure. Il Treasury americano è stato in cima a questa lista e nell’Eurozona gli investimenti sono stati trainati dai Bund tedeschi e dagli OAT francesi mentre i BTP e i Bonos spagnoli hanno registrato un’attività piuttosto neutra. E anche i flussi complessivi nelle obbligazioni corporate, quelle emesse dalle società, sono migliorati. Il ciclo di rialzi comunque sembra essere in fase di svolta ma il primo trimestre del 2023 potrebbe rimanere difficile e per questo si cerca il rendimento per ridurre in parte l’impatto della volatilità.

Il credito investment grade (IG), secondo Lomartire, rientra in questa categoria, poiché ha un rendimento più elevato rispetto ai titoli di Stato, ma non è eccessivamente esposto in caso di rallentamento significativo della crescita. Guardando all’investimento in obbligazioni europee, conclude Lomartire, scegliere un profilo di duration dei bond più breve (0-3 anni) può essere saggio, visto il contesto economico incerto. Infine si rafforzerà nel corso dell’anno il trend verso l’allocazione in titoli che guardano alle strategie ESG.

Achille Perego