"Signori, il grillo è servito". Ed è allevato a chilometro zero

In latino significa "qualcosa di diverso, di differente". e in effetti la scommessa di "alia insect farm", startup innovativa agricola con sede a milano, è contribuire alla creazione di una filiera rigorosamente italiana degli insetti commestibili, considerati un cibo alternativo del tutto naturale, nonché una fonte proteica sostenibile. la pensa così la fondatrice, carlotta totaro fila (nella foto), una laurea in scienze e tecnologie alimentari e quindici anni di esperienze in multinazionali dell’agroalimentare: "siamo convinti di poter avere un impatto positivo sulla salute delle persone e sul benessere del nostro pianeta", dichiara. "ma soprattutto intendiamo delineare un orizzonte di prosperità per le generazioni a venire. la mission della startup è realizzare prodotti alimentari altamente innovativi, in grado di apportare benefici nutrizionali e concorrere alla creazione di un sistema alimentare sostenibile".

Salute delle persone, benessere del pianeta, innovazione sostenibile: non è un caso che Alia abbia visto la luce in piena pandemia, precisamente a giugno 2020. "L’emergenza Covid ci ha costretto a fermarci e riflettere su certe derive della globalizzazione, soprattutto per quel che riguarda la dipendenza delle filiere dall’estero", spiega Totaro Fila, che riveste anche il ruolo di amministratrice delegata della startup. "È necessario accorciare il più possibile le filiere agroalimentari, per poter esercitare più agevolmente il controllo e garantire sicurezza, qualità dei cibi e tracciabilità degli ingredienti. Durante il lockdown le persone hanno cominciato a preparare le pietanze in casa, magari usando i prodotti coltivati sul terrazzo di casa o nell’orto di famiglia. Tutto ciò rispondeva a una semplice esigenza: non solo passare il proprio tempo in maniera ‘creativa’, ma sapere esattamente cosa mettiamo nel piatto". Da qui il progetto, senza dubbio ambizioso, di dar vita a un allevamento di grilli commestibili 100% italiani, da cui ricavare la ‘farina’ utilizzata come ingrediente di numerosi alimenti, sia dolci che salati. "L’idea è adottare il metodo ‘farm to fork’, dall’allevamento alla tavola, che comprende anche la fase di trasformazione dell’insetto in polvere idonea al consumo", precisa l’ad.

Naturalmente, affinché il progetto di ‘next generation farm’, concepito in seno alla startup, possa realmente decollare, è necessario il via libera dell’Unione europea. Le recenti aperture fanno ben sperare: dal 24 gennaio scorso può essere commercializzata nell’Ue la farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico). Due giorni dopo è entrato in vigore il regolamento che autorizza la commercializzazione delle larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore), congelate, in pasta, essiccate e in polvere. Nelle stesse forme sono già commercializzati la locusta migratoria e la larva gialla della farina (larva di Tenebrio molitor, o tenebrione mugnaio). "Proprio in queste settimane stiamo ultimando il dossier che presenteremo all’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, per ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione della nostra polvere di grilli in tutto lo spazio dell’Unione", prosegue Totaro Fila. "Nel dossier saranno concentrati i risultati di tre anni di ricerca rigorosa, condotta da un team multidisciplinare".

Incubata all’Innovation hub di ComoNExT a Lomazzo (Como), la startup sta chiudendo in questi giorni il secondo round di investimento: "nel 2023 prevediamo di aprirne almeno altri due: uno dopo la presentazione della richiesta di autorizzazione alla Commissione europea, l’altro all’indomani del via libera", chiarisce l’ad. "Vogliamo farci trovare pronti a sbarcare sul mercato, con un capitale congruo agli investimenti in un allevamento innovativo, in vertical farming e alimentato a energia solare, munito di sensoristica avanzata. Avrà sede in una ex stalla, opportunamente trasformata, alle porte di Milano. La ricerca costante consentirà, nel tempo, di definire la dieta migliore per il grillo, così che il mangime possa essere coltivato a chilomentro zero nei campi adiacenti all’allevamento".

L’entusiasmo di Carlotta Totaro Fila si scontra con una certa ritrosia nei confronti del cosiddetto ‘novel food’, gli alimenti che non fanno parte della tradizione culturale nostrana e, più in generale, europea. Secondo Coldiretti, ad esempio, un italiano su due è contrario agli insetti a tavola. Eppure, già nel 2013 la Fao li aveva definiti ‘il cibo del futuro’, stimando in oltre 2 miliardi le persone che li consumavano abitualmente. Ricchi di vitamine, calcio, fibre, ferro, zinco e omega 3, i grilli forniscono, a parità di peso, più del doppio delle proteine della carne di manzo. Quanto alla sostenibilità, un allevamento di grilli produce 80 volte meno emissioni rispetto a un equivalente di bovini. E per un chilo di proteine da insetti occorre un quarto dell’acqua necessaria per ottenere un chilo di proteine da bovino.

"Crediamo che il mondo dei novel food e delle proteine alternative sia un universo da scoprire e far conoscere a chi vorrà liberarsi dai pregiudizi", conclude la fondatrice di Alia. "È come avere a disposizione una tavolozza con colori nuovi: in Italia abbiamo tutti gli strumenti per realizzarla al meglio, avvalendoci della maestria culinaria che tutto il mondo ci invidia. Siamo solo alla prefazione di questa storia: il meglio deve ancora venire".