Shrinkflation e caro spesa: che cos'è e perché vigila l'Antitrust

Molti prodotti vengono ridotti ma il prezzo non diminuisce, anzi. Ecco quali

Roma, 19 giugno 2022 - Shrinkflation, compri allo stesso prezzo (se va bene) ma porti a casa meno prodotto. La tecnica degli aumenti mascherati sembra avere preso spinta, soprattutto dopo la guerra in Ucraina. Ce ne accorgiamo quando andiamo al supermercato e se ne è accorta anche l'Antitrust, che vigila. Mentre il Codacons a inizio giugno aveva calcolato: "Stangata da 2.753 euro a famiglia", causa inflazione al 6,9%. 

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Shrinkflation, che cos'è?

La parola deriva dall’inglese e mette insieme il verbo restringere  (to shrink) con il sostantivo inflazione (inflation). Tradotto in altre parole: le aziende  riducono la quantità di prodotto nelle confezioni mantenendo però sostanzialmente gli stessi prezzi. Anzi, secondo l'esposto presentato ad aprile da Massimiliano Dona,  presidente dell'Unione nazionale consumatori, a volte i prezzi vengono addirittura aumentati.

Quali sono i prodotti che si 'restringono'?

Il paniere dei prodotti 'rimpiccioliti' è vario, va dalle confezioni di te alle scatole di biscotti, dai detersivi alla carta igienica.

Qual è l'origine del fenomeno?

Come ricorda il presidente dell’Unione nazionale consumatori, i primi a lanciare l’allarme sono stati gli economisti dell’Istituto di statistica britannico (Ons, Office for National Statistics). Negli ultimi 6 anni, scrive Dona, "in circa 2.500 casi le confezioni di prodotti (soprattutto alimentari e per l’igiene della casa) sono state ridimensionate in peso e quantità".

Shrinkflation, cosa succede in Italia?

E in Italia cosa succede? Dona cita i dati Istat. "Dal 2012 al 2017 i casi analoghi registrati in mercati, rivendite e super-mercati sono stati 7.306. Nello stesso periodo, di 4.983 prodotti è stato modificato non solo il confezionamento ma anche il prezzo. Le classi di prodotto interessate dal fenomeno della “shrinkflation” sono in totale 11. I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele (in 613 casi diminuzione della quantità e aumento del prezzo) e in quello del pane e dei cereali (788 casi in cui, però, si è riscontrata solo una riduzione delle confezioni)".

Come tutelarsi?

L'Antitrust fissa un principio importante: "Condotte quali la diminuzione della quantità di prodotto a parità di dimensioni della confezione, in assenza di un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, potrebbero essere ritenuti meritevoli di approfondimento".

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