Prodotti contraffatti: nuove regole sul web

LA SENTENZA del 22 dicembre 2022 della Corte di Giustizia Europea ha contribuito a rafforzare la responsabilità delle piattaforme e-commerce per la commercializzazione di prodotti contraffatti. La pronuncia, ricorda l’avvocato Ida Palombella, responsabile della Divisione Fashion Law di Deloitte Legal, è stata resa su richiesta dei giudici del Belgio e del Lussemburgo, nell’ambito delle azioni legali promosse da Christian Loboutin nei confronti di Amazon. Il noto stilista ha registrato infatti la celebre suola rossa delle proprie calzature quale marchio di posizione (sia a livello europeo sia a livello nazionale in Belgio): ha quindi il diritto, secondo la sentenza, di vietare a terzi la commercializzazione di prodotti che ledano i suoi diritti su tale marchio e, di conseguenza, che riproducano illecitamente la suola rossa, imitando le iconiche calzature.

"Pur non trattandosi della prima pronuncia in materia di contraffazione che abbia coinvolto Amazon in qualità di Isp – spiega Palombella – ritengo che la sentenza sia cruciale nel ridefinire la responsabilità delle piattaforme di e-commerce, riconoscendo una responsabilità diretta per l’utilizzo illecito di marchi contraffatti, qualora l’utente medio possa avere l’impressione che sia il gestore dell’e-commerce a commercializzare in proprio i prodotti con marchio contraffatto. Tale impressione sussiste, ad esempio, quando le offerte dei venditori terzi sono presentate insieme alle offerte del gestore dell’e-commerce in modo uniforme: nel caso in questione, tutte le offerte sulla nota piattaforma sono abbinate al marchio Amazon". Inoltre "un altro importante indicatore di confondibilità individuato nella sentenza è il fatto che sia la piattaforma a gestire direttamente i servizi di stoccaggio e spedizione dei prodotti contraffatti, come nel caso in questione".

Che cosa comporta questa pronuncia? "Imporrà alle piattaforme – conclude Palombella – l’adozione di ulteriori cautele nella commercializzazione dei prodotti di terzi, soprattutto riguardo alla presentazione delle offerte, per evitare di essere ritenute direttamente responsabili della commercializzazione di prodotti contraffatti. Forse un riequilibrio del mercato rispetto ai giganti del web passerà anche da questo tipo di ‘responsabilizzazione’ equiparandoli agli altri venditori, almeno a certe condizioni".

A. Pe.