Giovedì 18 Aprile 2024

L’autoproduzione strada maestra per risparmiare sulle bollette

Migration

C’È UNA NOTA CITAZIONE che Mirco Antaridi, titolare dell’azienda di installazione impianti che porta il suo cognome, con sede a Fiumana di Predappio (Fc), ha talmente fatto sua da averla affissa alle pareti degli uffici aziendali: "Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli". Già, perché Antaridi Srl, nata 53 anni fa, si è specializzata nella progettazione e installazione di impianti a risparmio energetico (fotovoltaico, solare termico, mini-eolico e geotermico) e nella mobilità elettrica ben prima che l’impennata dei costi di luce e gas e gli effetti del cambiamento climatico ponessero questi temi all’attenzione di tutti.

"La crisi esplosa nel 2022 ci ha costretti a fare i conti con quella transizione energetica di cui si parlava da anni, ma che nessuno aveva il coraggio di mettere davvero in atto", esordisce Mirco Antaridi (nella foto). "Ora siamo consapevoli che, se vogliamo risparmiare in bolletta e, allo stesso tempo, salvaguardare l’ambiente, l’unica strada da percorrere è quella della transizione energetica. È giunto il tempo di superare la dipendenza dalle fonti fossili e spingere in modo ancor più deciso verso le rinnovabili e l’autoproduzione di energia, semplificando gli iter autorizzativi e aggiornando la normativa".

Proprio la semplificazione della procedura di allacciamento del proprio impianto (domestico o aziendale) alla rete elettrica è uno dei nodi da sciogliere con maggior urgenza, secondo Antaridi: "Lo scorso anno siamo riusciti a installare 150 impianti fotovoltaici domestici, completando anche l’allacciamento e rendendoli, così, pienamente operativi: visti i tempi medi richiesti dall’attivazione nel nostro Paese (anche diversi mesi, ndr), non è un risultato scontato", sottolinea. A proposito del 2022, per l’azienda di Predappio è stato un anno da record: "Abbiamo chiuso un fatturato che supera gli 8 milioni di euro e realizzato una crescita a doppia cifra rispetto al 2021, in gran parte trainata dai bonus edilizi e dal boom di richieste di fotovoltaico. Nel 2023 cercheremo di mantenere questi volumi: è vero, il superbonus 110% è stato bloccato, ma riceviamo ogni giorno nuove richieste da parte di imprese del territorio che intendono mettere al sicuro il proprio fabbisogno energetico. Punteremo su fotovoltaico d’impresa e agrivoltaico. E siamo in attesa delle nuove mosse del governo sulle comunità energetiche".

Le comunità energetiche rinnovabili (Cer) – ovvero i gruppi di utenti che, aderendo volontariamente a un contratto, collaborano con l’obiettivo di condividere e consumare l’energia prodotta da uno o più impianti di generazione locale – rappresentano in effetti una prospettiva interessante, tutta da esplorare. "Il bando della regione Emilia-Romagna, che chiuderà fra pochi giorni, prevede un contributo regionale a fondo perduto, fino all’80% delle spese sostenute per l’avvio e la costituzione delle Cer e per gli studi di fattibilità", spiega Antaridi. "In attesa di ciò che deciderà il governo – si parla di una possibile applicazione delle Cer come forma di welfare aziendale a favore dei dipendenti di un’azienda – sono un’ulteriore soluzione per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030".

Come ogni buon capitano d’impresa, Mirco Antaridi dà prova di fiducia ed entusiasmo, malgrado il venir meno del superbonus 110% e il generale ridimensionamento dei bonus edilizi messo in atto dall’esecutivo Meloni. Proprio in questi giorni, un’indagine rilasciata dal centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna ha evidenziato che, tra il 2019 e il 2022, ben 2,1 punti di crescita del Pil italiano sono arrivati dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia, rispetto al resto dell’Eurozona. A livello regionale, è emerso come, tra il terzo trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022, il settore edilizio abbia fatto registrare un aumento di 30mila occupati (+ 30,3% solo nel terzo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo pre-pandemia). L’edilizia, insomma, ha garantito una spinta notevole all’economia sia regionale che nazionale. Più che sui benefici economici, Antaridi preferisce soffermarsi, tuttavia, su quelli per l’ambiente: "Pur con i suoi tanti difetti – e con le continue modifiche alla normativa, che ci costringevano a rivedere più volte le pratiche – il superbonus 110% è stato l’occasione per rendere l’efficientamento energetico degli edifici una priorità indifferibile. In vista dell’applicazione della nuova direttiva Ue sulle ‘case green’, che di fatto mette al bando gli immobili ora collocati in classe G, ora tutti sappiamo cosa sarà necessario fare per adeguarsi".

L’auspicio, tuttavia, è che il ridimensionamento dei bonus disinneschi anche la crescita spropositata dei prezzi delle materie prime, dovuta, secondo Antaridi, a una domanda eccessiva, drogata dagli incentivi. L’imprenditore ne è convinto: è stata l’ondata di panico generata dai rincari dello scorso autunno, assieme al terrore di vedersi razionati la luce elettrica e il gas, a favorire il ricorso di massa alle fonti rinnovabili, molto più di quanto abbiano fatto anni di bonus e detrazioni. "Il mondo ormai va in questa direzione", conclude, "non si può più invertire la rotta. Dobbiamo abbracciare un cambiamento culturale, acquisire nuove abitudini, ridurre o azzerare gli sprechi. I giovani ci guardano, ci mettono sotto accusa per il pianeta devastato che stiamo consegnando nelle loro mani: è soprattutto a loro, alle nuove generazioni, che dobbiamo delle risposte concrete".