Hera: investimenti in crescita per creare valore sui territori

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NEL 2022 HA COMPIUTO vent’anni: un arco di tempo nel quale il gruppo è cresciuto in modo costante ed equilibrato, fino a diventare una delle maggiori aziende multiservizi italiane. Parliamo del Gruppo Hera, con sede a Bologna e operante in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Toscana. Il piano industriale, appena presentato, prevede un margine operativo lordo in aumento a circa 1,5 miliardi di euro nel 2026 (+246 milioni di euro rispetto al 2021): "Una conferma che questo percorso di crescita proseguirà". Parola del presidente esecutivo della multiutility, Tomaso Tommasi di Vignano (foto a destra).

Presidente, nel nuovo piano avete stanziato importanti investimenti. Con quali obiettivi?

"Abbiamo deciso di riconfermare per il prossimo quinquennio un volume di investimenti assai rilevante: oltre 4,1 miliardi di euro, ovvero circa 825 milioni medi all’anno. Rispetto al precedente piano industriale, sono in crescita del 53%: l’obiettivo è incrementare la resilienza dei nostri business (Hera fornisce servizi energetici, idrici e ambientali a oltre 4 milioni di clienti, ndr) e accompagnare i territori nella transizione verso uno sviluppo sempre più sostenibile. Ci siamo aggiudicati anche 130 milioni di contributi del Pnrr: ulteriori fondi che consentiranno di accelerare la realizzazione dei nostri progetti".

Circa 1,2 miliardi di investimenti sono destinati al settore ambiente, in cui siete leader a livello nazionale: quali sono i vostri punti di forza?

"Il principale è sicuramente il nostro parco impiantistico, che comprende un centinaio di strutture innovative, in grado di trattare qualsiasi tipologia di rifiuti. Puntiamo a svilupparlo e potenziarlo ulteriormente: realizzeremo, rispettivamente a Modena e a Imola, due nuove piattaforme per il riciclo delle plastiche rigide e la rigenerazione della fibra di carbonio, all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico, sia per la rilevanza strategica dei materiali coinvolti. Più in generale, vogliamo incrementare del 150%, entro il 2030, i quantitativi di plastiche riciclate (attraverso la nostra controllata Aliplast) e la produzione di gas rinnovabili".

Che piani avete per la produzione di biometano?

"Dopo l’impianto di Sant’Agata Bolognese, in questi mesi abbiamo avviato in partnership con Inalca del Gruppo Cremonini un nuovo impianto nel Modenese, dotato delle più avanzate tecnologie di digestione anaerobica e upgrading. È in grado di produrre, a regime, 3,7 milioni di metri cubi di biometano dalla raccolta differenziata dell’organico e dai reflui agroalimentari".

Fin dalla nascita vi siete impegnati nella creazione di valore per le comunità servite. Quali azioni avete in cantiere per il prossimo futuro?

"Mettiamo i nostri stakeholder davanti a tutto e puntiamo a creare ancor più valore, per condividerlo con loro. Continueremo a generare un impatto positivo sulla qualità della vita nei territori in cui operiamo, fornendo servizi di qualità e creando sviluppo e lavoro, senza lasciare nessuno indietro".