Martedì 16 Aprile 2024

"Amianto, quasi tremila vittime confermano il fallimento dei test sugli animali"

Il Partito animalista europeo ricostruisce la vicenda e le autorizzazioni che, all'epoca, furono rilasciate che si basavano esclusivamente sulle prove eseguite su altre specie viventi. "Una sperimentazione che non è predittiva per il genere umano"

Topi in un laboratorio in una foto AFP

Topi in un laboratorio in una foto AFP

Roma, 21 novembre 2014 - "E' l'ennesimo paradosso italiano, la produzione e lavorazione dell' asbesto (amianto) è fuori legge in Italia in forza della legge n. 257 del 1992 ma lo stabilimento di cemento-amianto Eternit di Casale Monferrato chiuse i battenti nel 1986 dopo 80 anni di attività. 2191 persone uccise dalle fibre killer e condannati in appello i responsabili per disastro doloso permanente". "Di chi è la vera colpa? L'unico vero responsabile è lo Stato che ha autorizzato la produzione e lavorazione dell'asbesto poiché le normative tutt'ora vigenti prevedono che ogni molecola messa in commercio debba essere obbligatoriamente testata sugli animali". E' quanto riferisce una nota del Partito animalista europeo che ricorda quanto siano fuorvianti e dannosi, per la salute umana, i test sugli animali per verificare le potenzialità dannose di una sostanza.

"Le ricerche dello scienziato statunitense Irving Selikoff, che effettuò negli anni Sessanta un imponente studio su un campione di 17.800 lavoratori, confermarono che l'esposizione all'amianto potesse causare il cancro evidenziando, inoltre, che le persone che lavoravano a contatto con l'asbesto anche per un periodo inferiore ad una settimana, riportavano segni a livello polmonare fino a 30 anni dopo", continua il comunicato. "Negli stessi anni la New York Academy of Sciences assicurò l'opinione pubblica che "una vasta letteratura su studi sperimentali non è riuscita a fornire alcuna prova definitiva riguardo all'induzione di tumori maligni negli animali esposti a diverse varietà e preparazioni di amianto per inalazione o iniezione intratracheale."[Smith et al. 1965. Tests for carcinogenicity of asbestos. Annals of the New York Academy of Sciences 132 (1):456-88 ".  

"Lo Stato italiano su indicazione del Ministero della Salute assunse come unico riferimento scientifico gli studi condotti sul modello animale pertanto non vietò né la produzione né la lavorazione dell'amianto", accusa il Pae. "Il Ministero della Salute di allora, benché fosse a conoscenza dei danni irreversibili causati dall'amianto riportati dallo studio di Selikoff, ritenne più affidabili i test prodotti su alcuni animali. A distanza di decenni la conferma che la sperimentazione animale non è stata predittiva per il genere umano, gli  studi  di  cancerogenesi  svolti  su animali  non  sono  stati in  grado  di  predire  il  rischio  di  cancro nell’uomo - dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli - Purtroppo le normative vigenti impongono questo passaggio ormai considerato l'unico responsabile dei disastri farmacologici/chimici/ambientali in tutto il mondo; benzene, diossina, fumo di tabacco, talidomide, vioxx sono soltanto alcuni drammatici esempi. - conclude Fuccelli - Le Istituzioni sapevano, la ricerca negava, morivano gli uomini ma non i topi, il metodo è sbagliato e lo Stato è l'unico responsabile." Per contatti con la nostra redazione: [email protected]