Squali, come un tweet può salvarti la vita (almeno in Australia)

I ragazzi del Surf Life Saving WA-Western Australia tengono sotto controllo le spiagge con moto d'acqua, elicotteri e adesso anche con Twitter. Se un predatore si avvicina ad un chilometro dalla riva scatta il computer che invia, in automatico, il messaggio di pericolo

Mick Fanning inseguito dallo squalo in Sud Africa (AFP)

Mick Fanning inseguito dallo squalo in Sud Africa (AFP)

di Paolo Franci Roma, 28 luglio 2015 - Il video dell'attacco di uno squalo bianco al campione di surf Mick Fanning ha fatto il giro del mondo. Così come la notizia di un altro attacco, stavolta fatale e ancora di un 'white shark', a un pescatore subacqueo sulle coste della Tasmania. Sono i due rovesci della stessa medaglia: l'epilogo miracoloso e la drammatica fatalità. Lo squalo che scambia una tavola da surf per una foca, o viene ingannato da muta e pinne fa parte della triste casistica degli attacchi, senza dimenticare però, un principio sovrano: siamo noi umani a entrare nel loro territorio, non il contrario. E' successo e fatalmente succederà ancora. Con gli squali, leoni, ippopotami, coccodrilli  elefanti, orsi, tanto per citare alcuni animali, predatori e non.  Capita per il territorio, l'istinto di caccia, l'imprudenza nell'avvicinarsi agli animali. 

Con gli squali però, fa più paura. Perché arrivano dal blu profondo. Non li vedi. Non li senti. Non fai in tempo a reagire, racconta chi è scampato a un attacco. Il punto è come difendersi o, meglio, come mantenere una linea di confine il più possibile sicura tra i loro spostamenti e l'idea di una nuotata. E' noto come le coste sudafricane e austrialiane siano tra i luoghi più pericolosi per la presenza di squali e, nell'era dei social e della tecnologia, anche un tweet può salvarti la vita. Soprattutto se quel 'cinguettio' arriva dallo squalo. Loro, i ragazzi del Surf Life Saving WA - Western Australia, considerato il posto più pericoloso al mondo per gli attacchi degli squali - si prodigano nell'attività di monitoraggio delle spiagge, dalla sicurezza dei bagnanti, alle attività ambientali, fino a un attento monitoraggio faunistico che comprende il pericolo squali vicino alle coste.

Usano moto d'acqua, elicotteri, natanti e, soprattutto Twitter. Il modo più rapido ed efficace di diffondere una minaccia in tempo reale. Al punto di arrivare a 'taggare' centinaia di squali (erano 330 al gennaio 2014), marchiati con un chip che fa scattare l'allarme. Come? Se lo squalo  (bianco, tigre e bronzo, tra i più pericolosi, le famiglie di squali taggate) si avvicina a un meno di un km dalle spiagge, il chip attiva un segnale a un sistema computerizzato che in meno di due minuti invia un messaggio automatico attraverso l'account Twitter di Surf Life Saving WA. In quel messaggio di pericolo c'è la localizzazione dello squalo, la distanza dalla costa, oltre a razza e dimensioni dell'animale. Un sistema di allarme per la prevenzione che non ha eguali per rapidità e numero delle persone contattate direttamente sugli smartphone in spiaggia e, di conseguenza, con un veloce passa parola. La Surf Life Saving, invia tweet sulla presenza di squali - e non solo: non mancano video e foto di delfini, balene, banchi di pesce e attività nautiche - anche attraverso i propri mezzi di monitoraggio, dalle barche agli elicotteri, e le informazioni che arrivano dalle centinaia di diportisti e pescatori che si muovono lungo le coste.  Paolo Franci Link https://twitter.com/SLSWA