Corse clandestine, combattimenti: la Puglia sembra l'eden delle zoomafie

Dati allarmanti emergono dal Rapporto 2016 redatto da Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav

Cani da combattimento in una foto Ansa

Cani da combattimento in una foto Ansa

Roma, 4 agosto 2016 - Corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, doping: sono alcuni dei crimini contro gli animali registrati in Puglia che emergono dal Rapporto Zoomafia 2016 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto, “Crimini organizzati contro gli animali”, alla sua diciassettesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2015.   “In Puglia sono presenti tutti i filoni zoomafiosi, dalle corse clandestine di cavalli ai combattimenti tra cani, dalla pesca di frodo al traffico di cuccioli provenienti dai paesi dell’Est: attività che garantiscono cospicui introiti illeciti alle organizzazioni coinvolte”, dice Ciro Troiano.

Corse clandestine di cavalli, ippodromi & doping Il mondo dell’ippica pugliese attira da sempre gli interesse dei clan: negli ultimi anni, in diverse operazioni, sono stati sequestrati o confiscati a vari esponenti della criminalità pugliese cavalli da corsa. A conclusione di indagini riguardanti violazioni al “Codice antimafia” - sproporzione tra redditi dichiarati, patrimonio personale e tenore di vita - eseguite dalle Fiamme gialle del Comando provinciale di Taranto nei confronti di un uomo con precedenti per reati in materia di sostanze stupefacenti, la prima sezione penale del Tribunale di Taranto, nel mese di agosto 2015, ha disposto la confisca di beni per circa due milioni di euro, tra cui una scuderia con sede in provincia di Napoli, comprensiva di 19 cavalli impiegati in corse ippiche ufficiali nazionali. Nel 2015, secondo i dati del laboratorio ufficiale per le analisi antidoping, 9 cavalli che correvano in gare ufficiali in Puglia sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Gare svolte negli ippodromi di Castelluccio dei Sauri, e Taranto. Benzoilecgonina - Ecgonina Metilestere, Betametasone, Caffeina e Teofillina, Dimetilsulfossido, Diossido di Carbonio (TCO2), Triamcinolone Acetonide: queste le sostanze trovare nei cavalli da corsa in Puglia.   La “Cupola del bestiame”: la criminalità degli allevamenti Negli ultimi anni ci sono stati diversi sequestri di allevamenti, stalle e bovini ad esponenti della criminalità organizzata. Le varie relazioni semestrali della DIA citano spesso casi relativi alle infiltrazioni da parte di esponenti della criminalità organizzata nella filiera della zootecnia. Preoccupanti l’abigeato e la macellazione clandestina.   Il contrabbando di fauna e il bracconaggio Il bracconaggio e la cattura illegale di fauna selvatica rappresentano un pericolo costante. La Puglia è anche meta di bracconieri provenienti da altre regioni, in particolare uccellatori napoletani che catturano i cardellini per venderli nei mercati abusivi campani. Caccia in riserve naturali e in periodo di chiusura, abbattimento di specie protette, fucili illegali, richiami elettromagnetici, armi modificate: il bracconaggio in Puglia manifesta una pericolosità evidente. Preoccupanti gli episodi di bracconaggio accertati nel Parco nazionale del Gargano e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.   Combattimenti tra animali, canili abusivi e traffico di cani Nonostante l’aumento delle segnalazioni relative ai combattimenti, le attività giudiziarie sono scarse. Basti pensare che per il reato previsto dall’art. 544quinquies cp, combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali, nelle quattro Procure pugliesi prese in esame (Bari, Foggia, Taranto e Trani), nel corso del 2015 non è stato aperto neanche un procedimento. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine è tornato attivo il numero nazionale LAV “SOS Combattimenti” tel. 064461206. Lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali.

Preoccupante è la situazione dei canili. Sono state sequestrate, in diverse operazioni e per motivi diversi, strutture in provincia di Brindisi, Foggia e Taranto. Il traffico di cani provenienti dai paesi dell’Est si presenta sempre di più come attività organizzata e strutturata. La Puglia rappresenta una regione di smistamento degli animali importati.  All’inizio di gennaio 2015, dopo circa tre anni, si sono concluse le indagini per  bloccare e identificare i responsabili di un traffico internazionale di cuccioli. Una masseria in provincia di Brindisi era la base logistica di un traffico di cuccioli che provenivano dall’Europa dell’Est o da alcuni centri di smistamento del Napoletano. Dalle indagini è emerso che il commercio illecito interessava principalmente le Province di Brindisi, Lecce, Bari e Taranto, ma anche altre località nazionali.   “Malandrinaggio” di mare: un malaffare a danno del mare e dei suoi abitanti Anche nel settore ittico le infiltrazioni malavitose non mancano: varie inchieste della magistratura hanno accertato l’interesse dei clan per il mercato del pesce. Nelle relazioni della Direzione Nazionale Antimafia vengono citati i tentativi di infiltrazioni criminali per il controllo delle attività economiche del porto di Giovinazzo e del mercato ittico di Taranto. La raccolta illegale di ricci di mare e di datteri non si ferma. Preoccupante anche la pesca di novellame e di tonno rosso. Un nuovo fiorente mercato è quello delle oloturie (cetrioli di mare), molto richieste sul mercato asiatico.   I dati delle Procure L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2015, sia noti che a carico di ignoti, e al numero indagati per reati a danno di animali. È opportuno ricordare che il numero dei reati registrati rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti reati, infatti, pur essendo stati commessi restano nascosti, per motivi vari, e non vengono registrati. Per la Puglia le risposte sono arrivate da 4 Procure Ordinarie su 6 e da tutte e 3 le Procure Minorili. In particolare per quanto riguarda le Procure Ordinarie:   Bari: 20 procedimenti con 10 indagati per uccisione di animali; 38 proc. e 28 indag. per maltrattamento di animali; 17 proc. con 13 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 1 proc. e 2 indag. per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale nel 2015 sono stati registrati 76 procedimenti con 53 indagati. Rispetto al 2014, anno in cui i procedimenti furono 74 con 43 indagati, si registra un aumento del +2,7% dei procedimenti e del +23,5% degli indagati. In quatto anni (dal 2012 al 2015) sono stati aperti 297 procedimenti con un totale di 188 indagati.   Foggia: 29 procedimenti con 6 indagati per uccisione di animali; 42 proc. con 24 indagati per maltrattamento di animali; 3 proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 9 proc. con 4 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 54 proc. con 47 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 1 proc. con 1 indagato per traffico di cuccioli. In totale nel 2015 sono stati registrati 138 procedimenti con 82 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2014 per un confronto con il 2015.   Taranto: 7 procedimenti e 2 indagati per uccisione di animali; 5 proc. a carico di ignoti per maltrattamento di animali; 2 proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 2 proc. e 1 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 2 proc. e 2 indag. per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale nel 2015 sono stati registrati 18 procedimenti con 5 indagati. Rispetto al 2014, anno in cui i procedimenti furono 53 con 27 indagati, si registra una diminuzione del -66,0% dei procedimenti e del -81,4% del numero degli indagati.   Trani: 7 procedimenti a carico di ignori per uccisione di animali; 16 proc. e 6 indag. per maltrattamento di animali; 2 proc. con 2 indagati per uccisione di animali altrui; 10 proc. e 7 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 4 proc. e 3 indag. per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale nel 2015 sono stati registrati 39 procedimenti con 18 indagati. Rispetto al 2014, anno in cui i procedimenti furono 21 con 18 indagati, si registra un aumento del +85,7% del numero dei procedimenti, invariato il numero degli indagati. In quattro anni (dal 2012 al 2015) sono stati aperti 130 procedimenti con un totale di 130 indagati.   Le Procure di Brindisi e Lecce non hanno risposto.   Per quanto riguarda le Procure presso i Tribunali per i Minorenni le risposte sono arrivate da Bari, Lecce e  Taranto. Nel  2015 è stato registrato un solo procedimento con un indagato per maltrattamento di animali presso la Procura per i Minorenni di Bari.   In base ai dati di 4 Procure Ordinarie su 6, nel 2015 sono stati registrati 271 procedimenti penali per crimini contro gli animali con 158 indagati. Proiettando questo dato a livello regionale è possibile stabilire con una stima approssimativa che in Puglia si apre in media un fascicolo per reati a danno di animali, ogni 21 ore circa. Un indagato ogni 37 ore.   “Il fatto che nell’ambito territoriale di competenza di alcune Procure statisticamente siano stati registrati meno  procedimenti penali per reati contro gli animali rispetto agli anni scorsi, crediamo sia dovuto ad una minore attività di prevenzione e di repressione, e non già all’effettiva diminuzione di tali crimini – continua Troiano – Purtroppo altri segnali indicano che il maltrattamento di animali, anche nelle sue forme organizzate, mantiene intatta la sua pericolosità e diffusione. Sul piano investigativo occorrerebbe intervenire più approfonditamente e adottare strategie di contrasto più radicali. Sarebbe necessario intensificare l’analisi e il contrasto a tutte le forme di maltrattamento organizzato di animali, come ad esempio i combattimenti tra animali e le corse clandestine di cavalli, per individuare e reprimere in primis proprio il loro profilo organizzato e programmato, poiché si tratta di forme di maltrattamento intrinsecamente consociative che trovano la loro consumazione solo sotto forma di evento pianificato e strutturato – conclude Troiano”. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]