Cremona. Maltrattamenti al canile: tre condanne

Pesante sentenza in memoria di tutti gli animali che sarebbero stati ingiustamente soppressi nella struttura. Soddisfazione della Lega nazionale per la difesa del cane

Un cane in canile in una foto Reuters

Un cane in canile in una foto Reuters

Cremona, 18 febbraio 2015 - Per il Tribunale di Cremona Cheti Nin (ex vicepresidente dell'associazione zoofili cremonesi) e due volontarie del canile, Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza, sono responsabili di maltrattamento e uccisione di cani senza necessità ospitati al canile di via Casello, a Cremona. Per questo sono state condannate Cheti Nin a 2 anni e 2 mesi di reclusione, le due volontarie a 1 anno e 3 mesi ciascuna, (per entrambe pena sospesa). Assolta la veterinaria dell'Asl di Cremona Michela Butturini. Cheti Nin è stata ritenuta responsabile anche per avere soppresso il cane Matisse di proprietà di un privato e, insieme alle volontarie, anche di esercizio abusivo della professione veterinaria avendo somministrato ai cani - uccisi senza motivo - i farmaci Tanax e Pentothal Sodium e per aver fatto vaccinazione e rimosso punti di sutura.

Cheti Nin e Mauriuzio Guerrini (ex presidente dell'Associazione zoofili cremonesi) sono invece stati assolti dalle accuse di appropriazione indebita e malversazione ai danni dello Stato: è il capitolo relativo ai fondi provenienti dal Comune e dai privati che, è stato dimostrato, sono stati da loro utilizzati per la gestione del canile. Il tribunale - presidente Pio Massa, giudici a latere Andrea Milesi e Francesco Sora - ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Guerrini in relazione al reato di maltrattamento e uccisione di animali perché è estinto per intervenuta prescrizione. Il tribunale ha disposto che Cheti Nin e le volontarie, in solido tra loro, risarciscano i danni a favore delle seguenti parti civili costituite che ha così liquidato: 5.000 euro per Enpa, 5.000 per Oipa Italia Onlus, 5.000 per Anapana, 10.000 per la Lega nazionale per la difesa del cane. Inoltre ha condannato Cheti Nin a risarcire danni per 2.500 euro alla proprietaria di Matisse. 

La lunga vicenda giudiziaria, che ha visto protagonista Lega per la Difesa del Cane e altre associazioni animaliste, iniziò proprio con un esposto di LNDC datato giugno 2007 che scoperchiò, grazie alla Presidente della Sezione di Cremona, Rosetta Facciolo, un vero e proprio "nido di vespe" e portò  alla luce gli orrori dell'ex canile comunale della città lombarda, gestito ai tempi dall'Associazione Zoofili Cremonesi.

"Nel “rifugio”, le morti improvvise e le eutanasie senza fondato motivo erano all'ordine del giorno, accompagnate da un uso fin troppo disinvolto di Tanax e di Pentotal (i farmaci usati per la soppressione) ordinati in quantitativi enormi e del tutto fuori luogo paragonati all'effettivo numero degli ospiti del “ricovero”. Ospiti di cui peraltro non venivano registrati i microchip e i cui cadaveri finivano ammucchiati nelle celle frigorifere della struttura  in un'orrenda progressione degna di un film dell'orrore", riporta una nota della Lega nazionale per la difesa del cane. "Con la sentenza di Cremona si è finalmente arrivati alla conclusione dell'atroce susseguirsi di eventi e Galeazzo - il cane "simbolo" del canile lager cremonese, dalla cui tragica morte era iniziata la vicenda - ha avuto finalmente giustizia insieme ai suoi numerosi compagni di sventura, immolati per colpa della crudeltà umana", conclude il comunicato di LNDC.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]