Roma, 17 maggio 2007 - Battuta d'arresto per il conflitto di interessi. Il progetto di legge, infatti, almeno per il momento, non sarà in aula prima del mese di giugno. La riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio, convocata proprio per ridefinire il calendario dei lavori in aula sul conflitto di interessi, dopo il voto di ieri sulle pregiudiziali dell'opposizione, oggi non ha neanche sfiorato l'argomento. E così, la prossima settimana il Parlamento si fermerà per le elezioni amministrative, mentre dal 28 maggio l'assemblea di Montecitorio sarà impegnata con il Ddl sulle liberalizzazioni.
Una pausa che consentirà alla maggioranza di ricompattarsi dopo le divisioni interne: da una parte, infatti, c'è la sinistra radicale con l'Idv che lamentano l'eccessiva 'morbidezza' del testo licenziato dalla commissione Affari costituzionali; dall'altra c'è l'Udeur che ha già annunciato di astenersi. E poi ci sono i ripetuti attacchi dell'opposizione, che accusa l'Unione di voler fare una legge «contro Berlusconi».
Dopo l'avvertimento lanciato ieri da Clemente Mastella, oggi il capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris ribadisce: «Non vogliamo una legge che limiti i diritti politici dei cittadini italiani, si chiamino essi Berlusconi o in qualsiasi altro modo». Netta anche la posizione dell'Idv, che lancia un aut aut: «Il testo così com'è non serve a niente. Di fronte ad una prospettiva del genere, e senza l'accoglimento delle nostre modifiche, voteremo contro», afferma il capogruppo Massimo Donadi. Ma il Prc non ci sta, e il capogruppo Gennaro Migliore replica: la legge sul conflitto di interessi «è il primo impegno preso con gli elettori. È incredibile che vi siano partiti nell'Unione che si rifiutano di adempiere a questo obbligo elettorale».
Intanto, il leader di An Gianfranco Fini apre al confronto: «Se il centrosinistra ritiene di rendere la legge un pò più rigorosa siamo pronti a discuterla in Parlamento. La cosa che io non sopporto è che in certi momenti agita la clava e poi la ripone perchè non gli conviene.
Poi noi ne studiamo una e dice che è blanda, salvo poi vedere che blanda non è. È questo che rende poco credibile il tutto». E il centrista Pier Ferdinando Casini afferma: «La legge va fatta. E se è fatta senza demagogia e serietà sarà varata, se invece intende solo colpire qualcuno l'unico risultato è che non riusciranno a farla». Infine, il vicecoordinatore di Fi, Fabrizio Cicchitto, ribadisce: è un testo «architettato per costruire un meccanismo legislativo volto a metter fuori gioco il leader dell'opposizione».
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