Martedì 23 Aprile 2024

Lady Zhu, la regina cinese di Krizia. "Cerco il capo azienda, lo vorrei italiano"

Zhu ChongYun è la signora di Shenzhen che ha comprato il marchio Krizia. Ingegnere meccanico, dopo la laurea ha lavorato per qualche anno per il Zhejiang Metallurgical Research Institute

Sfilata di Krizia (ansa)

Sfilata di Krizia (ansa)

È MOLTO bella Zhu ChongYun, la signora di Shenzhen che ha comprato il marchio Krizia. Volto di porcellana, capelli come l’ebano raccolti a treccia, un sorriso dolce che nasconde una tenacia senza fine. Ha 50 anni ma ne dimostra la metà, ed è tutta naturale. È ingegnere meccanico e dopo la laurea ha lavorato per qualche anno per il Zhejiang Metallurgical Research Institute.

E poi è arrivata la folgorazione per la moda? 

«No, la passione per la moda ce l’ho da sempre, è la mia ossessione, ma solo a 29 anni ho capito che sarebbe stata la mia vita: ho chiesto un prestito alla banca e ho cominciato nel fashion industry — dice la signora ChongYun che in questi giorni a Milano sta prendendo possesso dell’atelier di via Manin dopo l’acquisizione di febbraio scorso — e ora sono presidente e amministratore delegato di un gruppo come Shenzhen Grace Invest Development che possiede e gestisce cinque marchi: Marisfrolg, Marisfrolg per l’abbigliamento uomo, Zhuchongyun, Masfer Su e Aum. Con me lavorano 5.000 persone, il mio gruppo possiede 400 negozi e nel 2013 abbiamo fatturato per circa 35 milioni di dollari. Presto sbarcherò in Borsa a Hong Kong e creerò anche una catena di alberghi col mio nome».

Cosa significa aver acquistato il 100% del marchio Krizia con tanto di archivio?

«Prima di tutto una grande responsabilità e un grande orgoglio, perché è stata Mariuccia Mandelli a sceglierci e non l’opposto. C’era una società che prendeva contatti per loro, io ero intenzionata a comprare un marchio italiano, ci hanno studiato per un po’, poi è scattata la scintilla. Ed eccomi qui. Ho conosciuto Mariuccia dopo l’acquisizione e mi ha trattata come una figlia».

Quali sono i primi passi per il rilancio?

«L’obiettivo primario è arrivare preparati al nostro primo defilè a febbraio 2015. Intanto a settembre organizzerò un evento per raccontare chi siamo a voi italiani attraverso un’iniziativa d’immagine con quattro riviste di settore che a loro modo reinventeranno l’universo Krizia. Rilancerò la boutique di via Spiga mettendo in vetrina una fenice per simboleggiare il mio sogno».

Sta cercando il ceo?

«Sì, stiamo cercando l’ad e sarei molto contenta se fosse italiano».

Qual è il punto di congiunzione tra lei e Mariuccia Mandelli che ha fondato il brand sessant’anni fa e che a gennaio prossimo festeggerà 90 anni?

«La passione per il lavoro, la competenza, l’eleganza, l’amore per tutto ciò che è avanguardia, la spinta totale al nuovo. E l’occhio sempre attento alla qualità, prima fra tutto quella dei tessuti Made in Italy».

Come si vive il Made in Italy da voi in Cina?

«Come qualcosa di molto bello, di molto colto, è garanzia immediata di fiducia e di bellezza».

Dopo Krizia comprerà qualche altro brand?

«No. Penso che ci vorranno dieci anni per rilanciare Krizia. Poi mi ritirerò, penserò solo alle mie figlie che oggi hanno 17 e 12 anni. Nella vita di una persona c’è un periodo massimo di brillantezza che è breve. Io già oggi lavoro sette giorni su sette dalle 14 alle 16 ore al giorno!».

Cosa è per lei il lusso?

«Il vero lusso è avere un po’ di tempo per pensare a sé».

Le piace l’Italia?

«Moltissimo ma la conosco poco. Ora starò molto tempo a Milano, vivrò praticamente in atelier, e la cosa mi affascina. Adesso devo pensare a costruire la mia nuova squadra per Krizia, io sarò il direttore creativo, poi vorrò conservare tutte le tradizioni del marchio, anche quelle culturali dei concerti e delle presentazioni di libri».

Dove produrrà le collezioni?

«Tutto in Italia».

Ma da voi in Cina ci sono le copie? Lo sa che a Prato c’è una gigantesca rappresentanza cinese che lavora nella moda?

«Non conosco Prato. Certo che anche in Cina ci sono le copie! Anch’io sono molto copiata. Ma non mi dispiace poi tanto, vuol dire essere ammirati e famosi». 

Chi sono i grandi della moda che ammira di più?

«Mi piace lo stile di Dries van Noten, di Comme des Garcons, dei due stilisti che fanno Valentino oggi, di Giorgio Armani che ammiro come creativo e come imprenditore, nessuno è bravo come lui!».

 

dall'inviato Eva Desiderio