"Made in Germany compromesso". La Bundesbank chiede chiarezza

Il presidente Jens Weidmann a Firenze sul palco di "Young factor"

Andrea Ceccherini e Jens Weidmann

Andrea Ceccherini e Jens Weidmann

Firenze, 26 settembre 2015 - «LEI mi chiede dello scandalo Wolksvagen, ma io non sono un esperto del settore. Per quanto mi compete posso solo dirle che la vicenda ha compromesso il made in Germany ed è dunque importante che si chiarisca velocemente per capire le dimensioni di questa manipolazione». Attento a scandire le parole, cauto, misurato per non innescare polemiche. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ieri era a Firenze. Un appuntamento insolito, visto che l’uomo considerato il falco del pensiero monetario ed economico tedesco è sceso fino in Toscana per confrontarsi con centinaia di studenti in un incontro nell’ambito di «Young factor», ovvero un progetto di alfabetizzazione economico-finanziario organizzato dall’Osservatorio Giovani-Editori. («Come sosteneva Franklin, l’investimento in conoscenza è quello che paga il più alto tasso d’interesse», ha ricordato il presidente dell’Osservatorio Andrea Ceccherini). «Sono state le due ore più divertenti da quando sono Governatore», ha detto a sua volta Weidmann.

DI CERTO, a margine dell’incontro, con i giornalisti il presidente di Bundesbank non ha voluto distaccarsi da quell’immagine di uomo implacabile sul rigore, che lo ha portato ad essere indicato come il più irriducibile degli anti-Draghi. Più volte ha ribadito come non possa essere la politica monetaria a risolvere le difficoltà economiche nelle quali ancora si dibattono alcuni paesi della Ue («Per cambiare le cose servono riforme strutturali, ma queste non spettano certo ai banchieri, queste spettano alla Politica»), tirando una piccola stoccata anche al premier italiano Renzi proprio a casa sua: «Spagna e Portogallo ce l’hanno fatta. Ora ciò deve valere anche per l’Italia».  Sull’enorme esodo migratorio che in queste settimane sta investendo la sua Germania, il presidente della Bundesbank ha invece avuto una posizione originale, non guardando al fenomeno come a un problema ma come a una risorsa: «Voi avete ben presente che la situazione demografica in Germania è piuttosto cupa e quindi questa è una chance per il mercato del lavoro. Dobbiamo essere bravi nel saper integrare al più presto». 

ATTENTO poi a non sbilanciarsi sul Quantitative easing di Draghi per non innescare nuove polemiche («Nessuno in questo momento ha proposto un aumento, solo il Consiglio può deciderlo»), Weidmann ha comunque concluso tracciando uno scenario confortante per l’economia europea: «La crisi è superata. Prevediamo una ripresa congiunturale, pensando che l’inflazione possa avvicinarsi al 2% per il 2017». Speriamo che almeno in questo abbia ragione lui.