Venerdì 19 Aprile 2024

Ylenia Carrisi, parla il detective: "E' lei la ragazza uccisa in Florida"

L'agente speciale: pochi dubbi, anche il serial killer l'ha ricosciuta

La famiglia Carrisi

La famiglia Carrisi

New York, 19 novembre 2015 - "SONO più di 20 anni che cerchiamo di dare un nome a ‘Jane Doe’, quella giovane ragazza senza volto trovata tra gli alberi e ormai decomposta ai bordi della Interstate 10 della Florida alla periferia di Holt nel gennaio 1994. Ormai era ridotta a un puro scheletro. Ho indagato per anni sulle storie di ragazze scomparse in Florida e negli Stati vicini. È stato un vecchio blog di un’amica di Ylenia scritto nel 2012 che mi ha fatto riflettere: diceva che spesso lei usava il nome di Suzanne per non farsi riconoscere e non far sapere chi era veramente. Tra poco potremo comparare il Dna dei suoi genitori e dei suoi familiari e, in un modo o nell’altro, sapremo se si tratta o meno di Ylenia Carrisi".

L’AGENTE speciale Dennis Haley ha appena concluso una deposizione nel tribunale di Bartow, una cittadina fra Tampa e Orlando. Per il dipartimento della giustizia della Florida, Haley è un riconosciuto specialista dei ‘casi freddi’. "Ho chiesto aiuto a Paul Moody, un disegnatore forense che lavora per l’ufficio dello sceriffo di Palm Beach County e che sa fare miracoli con le sue ricostruzioni – spiega –. Attraverso i frammenti, ha messo insieme un’immagine che dovrebbe corrispondere a quella della ragazza senza volto".

Com’è arrivato all’idea che possa trattarsi di Ylenia Carrisi?

"Abbiamo spedito la foto della ricostruzione in tutti gli Stati Uniti. Non conoscevo bene quel caso, abbiamo usato anche i social network per la diffusione e sono arrivate almeno una ventina di e-mail e decine di telefonate: sostenevano che quello poteva essere il volto della ragazza scomparsa a New Orleans in circostanze misteriose nel gennaio 1994. Facevano proprio il nome di Ylenia".

Ha contattato le autorità della Louisiana?

"Certamente, ma da loro ho avuto pochissima se non zero collaborazione. Non mi hanno fornito alcun dettaglio sulle loro indagini del tempo. Quel nome sembrava perso negli archivi e c’era molta poca voglia di andare a guardare anche i faldoni dell’inchiesta. Non ero inoltre affatto sicuro che il Dna della famiglia Carrisi fosse nel database, anzi non c’era e a quel punto ho chiesto l’intervento dell’Interpol. Il profilo della ragazza disegnato da Paul Moodoy era vicinissimo alle vere foto di Ylenia e, vista anche la coincidenza del periodo della sua scomparsa, ho pensato che ci potesse essere un forte parallelo. Il test genetico avrebbe potuto chiarire se si trattava davvero della figlia di Al Bano e Romina Power scomparsa così tragicamente".

Ma che cosa c’entra Keith Jesperson, il serial killer canadese condannato a 6 ergastoli per avere ucciso almeno 8 donne?

"Jesperson spesso firmava i suoi delitti con una faccina sorridente. Lo chiamavano ‘The happy face killer’. Raccoglieva le sue vittime nei bar e sulle autostrade mentre faceva il camionista. Aveva ucciso una ragazza in Florida proprio nello stesso periodo e in più di una conversazione sosteneva che la ragazza abbandonata a Holt si chiamava Suzanne o Suzette, non ricordava bene, era certo che facesse l’autostop quando l’ha raccolta. Gli ho mostrato una ventina di foto e lui ha scelto subito Ylenia a colpo sicuro".

Lo considera una fonte attendibile o soltanto un killer in cerca di pubblicità anche se morirà dietro le sbarre?

"Grazie alle sue deposizioni in molti casi gli investigatori sono risaliti alle sue vittime e ai luoghi dove le aveva seppellite… Jesperson ha fornito molto spesso dettagli accurati dei suoi crimini. E ne faceva i ritratti. È un uomo che non ha nulla da perdere e che ama la visibilità. È stato catturato nel 1995 e i suoi delitti sono stati compiuti tutti in meno di 5 anni. Uccideva per divertimento. Sua figlia Melissa Moore ha scritto un libro sulla sua relazione allucinante col padre serial killer".

Quando pensa che arriverà il Dna dall’Italia per accertare se la ragazza del bosco è proprio Ylenia?

"I nostri laboratori sono specializzati. Non ci vorrà molto. Penso che in tre o quattro settimane risolveremo il mistero".