Mercoledì 24 Aprile 2024

Yemen, la capitale Sanaa in mano ai ribelli sciiti di Ansar Allah

Gli uomini di Abdel Malek al Houthi pattugliano le strade della capitale e presidiano i ministeri e le sedi di istituzioni statali. Il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha denunciato un complotto

I ribelli sciiti controllano le strade della capitale dello Yemen, Sanaa  (Reuters)

I ribelli sciiti controllano le strade della capitale dello Yemen, Sanaa (Reuters)

 

Sanaa, 23 settembre 2014 - La capitale yemenita Sanaa è oggi quasi completamente sotto il controllo dei ribelli sciiti di Ansar Allah. Il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha denunciato un complotto "in grado di scatenare la guerra civile" e ha promesso che l'autorità dello Stato sarà ristabilita. I ribelli sciiti hanno istituito posti di blocco sulle principali vie della città ed effettuano pattugliamenti. 

L'emissario Onu, Jamal Benomar, che domenica aveva mediato l'accordo tra sciiti e sunniti (sostenuti dall'esercito governativo) nel nord della capitale Sanaa, già la notte scorsa aveva parlato di esercito "allo sbando", aggiungendo che "ciò che sta accadendo in questi giorni potrebbe causare il crollo dello Stato yenmenita e la fine del processo di transizione politica". "Si tratta di un complotto preparato da molto tempo - ha aggiunro Benomar in un'intervista alla televisione al Arabiya - le cui ramificazioni travalicano i confini della nazione". Secondo testimoni, i posti di blocco sono stati installati dai ribelli soprattutto sulla strada dell'aeroporto a nord, sulla via che attraversa la capitale da est a ovest e su altre due grandi arterie. Miliziani pesantemente armati stanno pattugliando le strade a bordo di veicoli 4X4 e piccole unità di ribelli presidiano i ministeri e le sedi di istituzioni statali. Saccheggi sono segnalati in alcune caserme dell'esercito. Saccheggiata anche la residenza di Tawakkol Karmal, premio Nobel per la Pace nel 2011. Due grandi ospedali di Sanaa, Sobol al-Ayat e quello dell'Università delle scienze e della tecnologia sono stati chiusi dai ribelli sciiti con il pretesto che erano gestiti da uomini del partito rivale sunnita d'Al-Islah.

Il capo della rivolta sciita in Yemen, Abdel Malek al Houthi, ha gridato "vittoria". "Mi congratulo con il nostro popolo per la vittoria della sua rivoluzione", ha dichiarato Houthi, da Saada (nord), sua roccaforte, in un discorso televisivo ritrasmesso su degli schermi giganti e seguito dalla folla su una piazza di Sanaa. Si è trattato del primo discorso di Abdel Malek al Houthi dall'entrata in forze dei suoi uomini nella capitale e dalla firma domenica di un accordo di pace, sotto l'egida dell'Onu, che prevede la formazione di un nuovo governo che succeda all'attuale gabinetto, accusato di corruzione. L'accordo offre "un nuovo quadro politico", ha aggiunto il capo di Ansaruallah, i cui sostenitori sono riusciti in due giorni ad occupare, senza resistenza, edifici pubblici e siti militari strategici a Sanaa. "Faremo sempre parte di questo popolo", ha insistito, lasciando intendere che i ribelli zaidisti, detti houthi e confinati fino a recentemente nel nord dello Yemen, saranno ormai protagonisti di primo piano nella vita politica del Paese.