VENTIMILA campioni di saliva, un gigantesco sputo per trovare la verità. Lo slip che parla attraverso le macchie. Il sangue dal naso. Il vero protagonista del processo è il Dna. Sparpagliato, strofinato, contaminato. L’elica della vita interroga la morte. Come accade sempre in tutte le aule di giustizia quando le tracce si disperdono e chi sa tace. I dettagli appassionano e accecano, meno si capisce e più gusto c’è a forzare il codice genetico. Quando la tragedia finì per abbattersi su Cogne il buonsenso che sarebbe tanto servito nella prima ora venne sostituito dallo strologare a casaccio della seconda. Passarono sotto i riflettori per un attimo persino le aquile mangia bambini e i camosci carnivori. Poi venne il luminol, finalmente sdoganato dalla riserva dei telefilm, che solo a pronunciarlo rendeva tutti più intelligenti. La fotografia dell’invisibile mandò in panchina per un po’ la mamma sotto accusa, lo strazio della famiglia e purtroppo anche il bambino ucciso. Samuele rimase incastrato nelle immagini di repertorio dell’infanzia che sempre si assomiglia, surclassato dalle foto dei Ris in tuta da astronauta impegnati a trovare residui ematici e materia cerebrale. COSÌ accade per Yara Gambirasio, prigioniera di una spaccata professionale e dell’apparecchio ai denti. Risparmiata dal lento e costante declino che affligge i vivi eppure un po’ già sbiadita nel suo ruolo di vittima, non più protagonista della favola triste. Porta il suo nome la sentenza di oggi, e toglie peso ai 13 anni sacri confrontati alla zavorra della pena. Eppure lei non c’è più. Eliot scriveva che «noi moriamo con quelli che muoiono, essi partono e noi li seguiamo». Non tutti, non sempre. Yara è morta e noi siamo qua in un mare di saliva. La scena è occupata dai campioni biologici e dai campioni di immagine. Massimo Bossetti con il doppio fondo a luci rosse, la moglie guerriera sempre in tiro. La piccola morta appare tranquilla e serena, quasi liberata, come se la sua anima fosse lieta di stare al riparo dalla polvere.
Giovedì 25 Aprile 2024
ArchivioLa vittima dimenticata