Giovedì 18 Aprile 2024

A Madrid sulle tracce della Guerra Civile

Un viaggio fra i luoghi del conflitto del '36 di Rosalba Carbutti

Robert Capa

Robert Capa

«PER SCATTARE foto in Spagna non servono trucchi. Non occorre curare la posa. Le immagini sono lì, basta scattarle. La miglior foto, la miglior propaganda, è la verità». Lo scriveva il grande fotografo ungherese Robert Capa, autore di una delle immagini più famose della guerra civile spagnola: Il miliziano colpito a morte. Al di là dell’autenticità, che alcuni misero in dubbio, la foto rappresenta il dramma della Spagna colpita al cuore dalla guerra civile. Un conflitto (1936-1939) – quello tra i repubblicani del Fronte popolare e le truppe del generale Francisco Franco – che ebbe il suo epicentro a Madrid, teatro dell’omonima battaglia.  Nella capitale madrilena, mentre passeggiate ammirando Plaza Mayor e Puerta del Sol, sorseggiate vino tinto nella Gran Vìa e vi lasciate tentare da croquetas de bacalao e rationes di jamon Serrano, sono tante le testimonianze del conflitto che anticipò la Seconda guerra mondiale, l’ultimo grande, vero scontro ideologico della Storia, secondo alcuni studiosi.  Prima tappa, in questo viaggio tra le ombre e le emozioni di quello che fu il duello tra socialcomunismo e nazi-fascismo, è sicuramente il Centro de arte Reina Sofia, vicino alla Stazione di Atocha. Tra video originali della guerra – più documentari che film di propaganda – manifesti e quadri, spicca il vero capolavoro: La Guernica di Picasso. Non importa che l’immagine l’abbiate vista riprodotta ovunque, come un qualsiasi prodotto di massa. Ammirando l’opera a occhio nudo sentirete il feroce dissenso dell’artista dopo il bombardamento della città basca di Guernica, ad opera della legione Condor di Hitler, su richiesta di Franco. Potrete, poi, ammirare le varie tappe del dipinto, immortalate dalla famosa artista Dora Maar che, intrecciando una relazione con Picasso, si avvicinò pericolosamente alla follia. Una storia nella storia, affascinante e tremenda quasi quanto il capolavoro di PabloLasciata la Reina Sofia, si può risentire l’eco delle voci dei combattenti delle brigate internazionali, militanti politici giunti da ogni parte del mondo per combattere il generalissimo, percorrendo la Gran Vìa. Qui, prima del vociare di turisti lungo l’arteria principale della città, nel 1936 sfilò la prima unità delle Brigate inviata a Madrid, già sotto assedio, scandendo lo slogan ‘La mia patria è il mondo intero’ e il famoso ‘No pasaran’ («Non passeranno»). Continuando questa passeggiata ideale nella storia, s’incontra quello che fu l’hotel Gran Vìa (ora hotel Tryp). Al tempo fu ritrovo dei grandi della letteratura mondiale, fortemente anti-franchisti: Ernest Hemingway, John Dos Passos, Ilya Ehrenburg, Arthur Koestler, Rafael Alberti (che durante il regime del caudillo visse esule anche in Italia), André Malraux. Di quell’atmosfera resta il bar, intitolato proprio a Ernest Hemingway. Muniti di cartina, non lontano dalla Gran Vìa, raggiungete Calle Desengaño, la via più antica di Madrid, dove visse anche José Marti (ricordato da una targa), l’eroe della rivoluzione cubana dell’Ottocento. In questo luogo si sono consumati violenti corpo a corpo durante gli anni della guerra. Uscendo dal centro, a ovest della città (fermata Batàn della metropolitana) si può godere di un po’ di frescura a Casa de Campo, dove si trovano un lago, uno zoo e un parco di divertimenti. In questo luogo, oggi incantato, il 7 novembre 1936, iniziavano i primi scontri della battaglia di Madrid. Giorni cruenti che Alberti, il poeta del Quinto Reggimento, immortala nei versi di «Difesa di Madrid». Infine, a Moncloa, incontrerete l’Arco di Trionfo che celebra la vittoria di Franco (costruito nel 1953), ma soprattutto attraverserete i locali della metropolitana. Anche in questi non luoghi c’è qualcosa da non dimenticare: il rifugio di molti cittadini per scampare ai bombardamenti dell’aviazione del caudillo. 

GITE FUORI PORTA In tema di guerra civile, ci sono la Valle de los Caídos (la valle dei caduti) – monumento funebre, costruito fra il 1940 e il 1958, a San Lorenzo de El Escorial – e la città di Toledo. In questo gioiello, a un’ora da Madrid (raggiungibile col pullman o, con un’ora di treno, dalla stazione di Athoca), vi accoglierà la fortezza dell’Alcázar, luogo simbolo del famoso assedio ai franchisti.  MANGIARE  Non si può visitare Madrid senza fermarsi a Casa Labra, in Calle de Tetuán 12: qui assaggerete le migliori croquetas e tajadas de bacalao della città (un euro l’una). Questo locale (è pure e ristorante) è famoso anche per essere il luogo dove nacque il Psoe, il partito socialista obrero. Menu simile anche a Casa Revuelta, affollatissimo di madrileni al ritorno dal Rastro (il mercato delle pulci della domenica, consigliatissimo). Per tapas più sofisticate e ottimi vini, a Plaza de Sant Ana c’è El Lateral. Infine, fate merenda al Museo del Jamon, assaggiando Iberico e Serrano. Per una serata speciale, invece, c’è Sobrino de Botin, il ristorante più antico del mondo citato anche da Hemingway. Da non perdere il cochinillo (il maialino di latte arrosto): costa 24 euro, ma ne vale la pena.  DORMIRE Hotel, ostelli, bed and breakfast: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Un solo consiglio: scegliere un alloggio ‘strategico’. L’Eurostars Plaza Mayor, 4 stelle, è un ottimo compromesso tra qualità e prezzo ed è centralissimo. 

31/03/2016