Giovedì 18 Aprile 2024

Viaggio nell’Alto Jonio Cosentino, dove la Calabria è più bella che mai

Una meta ideale per chi cerca una vacanza in cui la noia sia rigorosamente bandita: spiagge, campagne sul mare, borghi medioevali, siti archeologici ed escursioni in montagna. Siamo nell’Alto Jonio Cosentino sulla fascia che va da Rocca Imperiale a Trebisacce e che arriva a toccare, nell’entroterra, anche il Parco nazionale del Pollino in montagna. di Graziella Leporati

Calabria

Calabria

Milano, 5 maggio 2015 - Il profumo intenso dei fiori d'arancio, il giallo dei limoni e delle ginestre, l'azzurro del mare e il verde degli ulivi. La tavolozza di colori e di profumi di cui si veste la Calabria si completa a tavola mescolandosi a sapori tradizionali di cibi che solleticano la gola e lo stomaco. Da maggio a ottobre la Calabria è più bella che mai coi peschi e i biancospini nel pieno della fioritura e l'aria tersa e limpida. Una meta ideale per chi cerca una vacanza in cui la noia sia rigorosamente bandita: spiagge, campagne sul mare, borghi medioevali, siti archeologici ed escursioni in montagna. Siamo nell’Alto Jonio Cosentino sulla fascia che va da Rocca Imperiale a Trebisacce e che arriva a toccare, nell’entroterra, anche il Parco nazionale del Pollino in montagna.

Limoni in CalabriaL’itinerario, proposto dal Gal Alto Jonio Federico II^ presieduto da Tonino Santagada e diretto da Franco D’Urso, parte da Rocca Imperiale, “il paese della poesia e dei limoni”. Il borgo, abbarbiccato sulla collina è dominato dal castello federiciano, restaurato a regola d'arte. Qui Federico II amava cacciare tra le immense distese di boschi. Ma Rocca Imperiale è anche “il paese della poesia”: ogni anno ad agosto viene celebrato un famoso premio di poesia, e il vincitore si rende conto di aver conquistato il podio solo all’ultimo istante, quando viene scoperta la sua poesia riprodotta su una stele di ceramica maiolicata affissa sulle pareti di una casa di Rocca. E così anno dopo anno, sulle pareti delle case, si possono leggere le poesie che hanno vinto il concorso e di altri poeti famosi. Ma chi dice Rocca Imperiale dice limone, un prodotto col marchio IGP esportato in tutta Italia. E’ molto succoso, non aspro, ricoperto da una buccia dorata e carnosa. Viene raccolto da dicembre fino a tutto giugno perché respira aria di mare ed è protetto dalle montagne. I produttori hanno creato un Consorzio e tra le ditte più affermate a livello nazionale vi sono l’Oro della Calabria e Imperial Frutta che produce anche marmellate di agrumi da leccarsi le dita.

Fatti pochi chilometri si arriva a Roseto Capo Spulico, famoso per le rose e per il castello templare costruito su una roccia a picco sul mare. La storia è intrigante: si racconta che, costruito da Federico II^, fosse abitato dai Templari prima di partire per la Terra Santa. C’è la cappella dove i cavalieri trascorrevano lunghe notti di meditazione e di preghiera, le due porte iniziatiche per i riti e persino la Rosa di Gerusalemme, riprodotta in pietra sul pavimento, discretamente coperta da un tappeto. Il clou è una palla ovale di pietra che potrebbe custodire il Santo Graal. Ma il mistero non è ancora risolto. Oggi il castello, interamente restaurato, è aperto alle visite guidate ed è un elegante ristorante alla carta e per cerimonie, dove si può gustare pesce freschissimo dello Jonio.

Spiaggia in CalabriaIl castello domina una lunga spiaggia con i ciotoli bianchi, portati a valle dalle fiumare che scendono dalle montagne. Il mare azzurro e cristallino bagna la spiaggia, costeggiata da un elegante lungomare interamente rifatto. Poco più in alto si trova il paese di Roseto adagiato sulla collina con il suo saliscendi di viuzze e le case marroni, tipiche della zona. Roseto era famosa per i suoi roseti (se ne contavano 800) e oggi un giovane imprenditore, che, manco a dirlo di nome fa Rosario e di cognome Benedetto, ha deciso di ripristinare l'antica produzione creando anche dei percorsi benessere fra i fiori. Un investimento notevole che dimostra come i giovani imprenditori rappresentino il nuovo volto della Calabria. Oltre alla rose di Rosario, infatti. ci sono anche le ottime marmellate di agrumi locali create da Massimo Pizzini e “Ulivar” il liquore alle olive di Calabria, inventato e messo sul mercato da un altro ragazzo, Luigi Adinolfi.

Dopo i castelli e le rose, se lo stomaco brontola basta fare un salto a Cerchiara per assaggiare il pane cotto nel forno gestito da tre generazioni di sole donne: ha cominciato nonna Celeste, ora impastano Antonietta e Domenica. Ma Cerchiara è anche famosa per il Santuario della Madonna delle Armi: un edificio religioso imponente che custodisce affreschi di origine bizantina, realizzati dai monaci in fuga dall’Oriente durante le lotte iconoclaste. Passiamo a Francavilla Marittima, famosa per il parco archeologico in cui si vedeono i resti del tempio alla dea Atena e dove si suppone ci sia la tomba di Epeo, uno degli eroi greci, che come Ulisse tornava in Patria da Troia, ma approdò sulle coste della Calabria e decise di fermarsi fondando una città. Epeo è stato il costruttore del cavallo di Troia. E in una tomba monumentale e tumulo sono stati ritrovati gli attrezzi da falegname: tutti elementi che riconducono a lui. Per le visite guidate nel parco e nei beni monumentali e archeologici c’è l’Associazione Itineraria Bruttii, presieduta da Paolo Gallo (tel. 328 37 15 348).

CalabriaA questo punto si impone una sosta ad Amendolara con il suo convento dei Domenicani. La cittadina è famosa anche per una leggenda omerica: si dice che ad appena tre chilometri dalla costa si trova l’isola di Ogigia, oggi uno scoglio affiorante, dove Ulisse venne ammaliato dalla ninfa Calipso: storia d’amore alla quale si ispira il delizioso agriturismo “Ulisse e Calipso” di Amendolara. Ad Alessandria del Carretto consigliamo di andarci l'ultima domenica di aprile per la Festa della Pita (o dell’abete), candidata a divenire patrimonio dell’Umanità Unesco. Gli abitanti sradicano un abete e con grande fatica lo portano in spalla fino al paese dopo averlo ripulito dalla corteccia. E’ il simbolo della vita che rinasce e che si rinnova, il rito della fecondità. Il tronco dell’albero viene sistemato nella piazza del borgo e diventa per un giorno un albero della cuccagna. Mentre l'abete viene fatto scendere dalla montagna al paesino, si fa tappa nelle masserie, che offrono vino e prodotti tipici. Il viaggio nell'Alto Jonio Cosentino si conclude a Trebisacce. Nel centro storico da non perdere una visita nella Chiesa madre dedicata a San Nicola di Mira, un Santo orientale, molto venerato, e che sancisce in questa zona della Calabria così ricca di arte, storia e cultura, l’incontro tra due civiltà: l’Oriente e l’Occidente.

CalabriaPer dormire e mangiare da queste parti non c'è che l'imbarazzo della scelta fra gli agriturismi circondati dagli ulivi: Cervinace a Oriolo, Torre di Albidona a Trebisacce; Ulisse e Calipso ad Amendolara Marina; Cielo Greco ad Amendolara ; Vincenzo Lacanna ancora ad Amendolara Marina; I Gelsi a Francavilla Marittima (Tel. 0981 992414); Agricarrozza sempre ad Amendolara; Santa Marina a OrioloFarina ad Amendolara; Stamato ad Amendolara ([email protected]); Acampora a Cerchiara di Calabria ; Il Vecchio Casale a Rocca Imperiale; Acinapura Domenico a Rocca Imperiale (Tel. 0981 933607; 349 8109485); Le Murge Santa Caterina sempre a Rocca Imperiale. E fra i ristoranti migliori, c'è Il Castello di Roseto Capo Spulico con i suoi indimenticabili arrosti di pesce freschissimo del Mar Jonio come le triglie e la trattoria Del Sole a Trebisacce s (Tel. 0981 51797) dove vanno assolutamente provati la carrellata di antipasti di mare tipici e gli scialatielli ai frutti di mare.

di Graziella Leporati