Vendi le stelle e vinci, la ricetta del Porto

«NON BISOGNA adattarsi agli avversari, ma rispondere alle domande che ti pongono e prendere l'iniziativa. Neutralizzare l'avversario non significa adattarsi, ma cercare di sfruttare le proprie qualità». Parole e pensiero di Julen Lopetegui, allenatore basco che mercoledì ha incantato l'Europa con il suo Porto, mettendo in seria discussione la possibilità di accesso in semifinale per il Bayern di Guardiola. Il 3-1 firmato Quaresma parte da lontano. Da una strategia societaria che permette ai portoghesi anno dopo anno di rinnovarsi, vendere al miglior offerente le proprie stelle senza rinunciare a titoli e grandi notte europee. Fabbrica di talenti e di allenatori, i dragoni sbagliano raramente. L'ultima invenzione è proprio lui: il 48enne Lopetegui, un passato da portiere come meteora nel Real e nel Barcellona e una carriera da allenatore nelle Nazionali Under spagnole. Fino all'opportunità arrivata in estate di allenare il Porto. Risultato? Per ora è secondo in campionato a tre lunghezze di distanza dal Benfica quando mancano sei partite tra cui lo scontro diretto e un piede nelle semifinali di Champions. Ma la società che ha lanciato Mou, e che negli ultimi quindici anni ha vinto due Europa League e una Champions, i veri capolavori li compie quando non vengono giocate partite: in estate. Le ultime sessioni di mercato sono da lezioni di economia: 150 milioni in attivo in tre anni. Talenti scoperti e poi venduti, da Falcao a James Rodriguez, passando per Deco, Mangala, Carvalho, Quaresma (pagato a peso d'oro dall'Inter, tornato in Portogallo per spiccioli e di nuovo protagonista) fino a Danilo, già piazzato a Madrid per la prossima stagione, pagato 13 e rivenduto a 31,5. Il Porto sa comprare e vendere al momento giusto, ha in rosa giocatori come Jakson Martinez, il cui valore è quintuplicato nel corso degli anni e probabilmente sarà ceduto a fine stagione. I successi qui non si costruiscono facendo follie, ma investendo sui giovani per farli diventare campioni. In Italia molti club dovrebbero prendere appunti. Flavio Nardini