Sabato 20 Aprile 2024

Vatileaks 2. La Chaouqui, il marito e il prelato: "Pressioni per restare in Vaticano"

Scambi di sms tra l'informatico e il monsignore. Lei va in Rai, è bufera

Francesca Chaouqui a Ballarò (Ansa)

Francesca Chaouqui a Ballarò (Ansa)

Città del Vaticano, 2 dicembre 2015 - SPUNTA anche nelle carte del processo Vatileaks 2 (ma non in veste di indagato, come è invece nell’inchiesta della procura di Terni ora confluita a Roma) il nome di Corrado Lanino, marito di Francesca Immacolata Chaouqui, la lobbista accusata di essere uno dei corvi che hanno divulgato le carte segrete del Vaticano. E dai messaggi che Lanino, esperto informatico, si scambiava con monsignor Lucio Vallejo Balda, anch’egli imputato in Vaticano per la fuga dei documenti riservati, emerge il clima di pressione che la donna esercitava per raggiungere i suoi obiettivi in Vaticano. «Francesca è molto arrabbiata, se non le date le risposte che chiede non riesco più a tenerla», scrive Lanino a monsignor Vallejo in un messaggio agli atti nel fascicolo processuale vaticano, trovato nel telefonino sequestrato dagli inquirenti d’Oltretevere al prelato spagnolo, lo stesso da cui sono emerse le centinaia di conversazioni Whatsapp scambiate anche con la Chaouqui. Una confidenza dal sapore dell’avvertimento, e proprio per questo ritenuta rilevante dagli investigatori nel delineare i rapporti che intercorrevano tra la moglie di Lanino e l’ex segretario della commissione Cosea di cui lei stessa aveva fatto parte.

IL MESSAGGIO conferma indirettamente anche il senso di alcune affermazioni fatte da monsignor Vallejo nel suo memoriale scritto in cella, soprattutto per quanto riguarda le pressioni subite dalla donna. Siamo dopo il maggio 2014 quando il Papa sciolse la Cosea, e le aspirazioni della pierre a un incarico importante in Vaticano, in particolare nel nuovo sistema delle Comunicazioni che si stava riformando, finivano frustrate. A giugno, ha riferito il monsignore, Lanino lo chiamò chiedendo perché la moglie piangesse e perché non avesse ricevuto una nomina. A quel punto, sempre a quanto riferisce nel suo memoriale, il prelato acconsentì a che lei lo aiutasse per completare l’archivio della commissione assieme a Nicola Maio, segretario di Vallejo e ora anch’egli imputato in Vatileaks due. Proprio quell’archivio che poi, secondo le accuse dei magistrati vaticani, in parte sarebbe finito ai giornalisti.

AL RITORNO dal Centrafrica papa Francesco sull’aereo parlando con la stampa ha definito "un errore" le nomine di Vallejo e Chaouqui. "La signora Chaouqui non è rimasta in Vaticano – ha sottolineato Francesco –. Alcuni dicono che sia arrabbiata di questo, i giudici ci diranno la verità». Intanto la lobbista dice la sua in radio sui messaggi Whatsapp con Vallejo anticipati da Qn e che hanno fatto molto discutere. Come quello in cui gli scriveva: "Sei depresso? Scopa e ti passa la tensione". "È vero – ha detto –, l’ho scritto, è stata una boutade. Era un messaggio forse colorito e inappropriato, mentre sulla frase ‘lunedì Negroni fino alla morte’ intendeva dire, ha spiegato, ‘il cocktail Negroni. Era un suo vizio, gli piaceva berlo". E in serata un polverone soprattutto politico ha sollevato l’ intervista alla ex consulente vaticana che è andata in onda a Ballarò , su Rai Tre.